Il racket dell’elemosina smascherato da un video
Un video, girato da un passante, il quale poi lo ha postato su Facebook lo ha incastrato. Così nei giorni scorsi il giudice veneziano Andrea Comez ha accolto il patteggiamento seguito all’accordo tra il pubblico ministero e il difensore d’ufficio. Nei confronti del 34enne romeno Danut Damian Suli è stata emessa la sentenza: otto mesi di reclusione. Nel video si notava la presenza di un’altra persona, un altro romeno, Gheorghe Dobre, anche lui come l’amico senza fissa dimora, ma proprio lo stesso video è stato utilizzato per scagionarlo: Dobre, infatti, è presente ma rimane fermo, guarda il compagno e attende che finisca, quindi se ne va. Troppo poco per ritenere che abbia partecipato all’aggressione e così il magistrato veneziano lo ha prosciolto dall’accusa di concorso in rapina aggravata, dichiarando il non doversi procedere. A chiederne il rinvio a giudizio era stata La Procura.
La vittima dell’aggressione era stato - i fatti sono accaduti nel centro storico il 27 maggio dello scorso anno - un mendicante veneziano, che usualmente chiede contributi di pochi centesimi a chi passa davanti a lui. I due romeni si sarebbero avvicinati e Suli lo avrebbe colpito sulla testa e gli avrebbe anche lanciato contro un accendino, lo avrebbe anche insultato e avrebbe continuato fino al momento in cui G.G. non gli ha consegnato il denaro che aveva fino a quel momento raccolto. Aveva anche dovuto svuotare le tasche e consegnare monete e banconote. Una vera e proprio rapina, insomma, anche se i due imputati non avevano armi, ma avrebbero pesantemente minacciato e non solo a parole il mendicante, che tra l’altro è invalido al 100 per cento e di conseguenza incapace di difendersi.
Poco lontano, però, un cittadino volonteroso ha ripreso, probabilmente con il suo cellulare, quello che stava accedendo e lo ha inserito nel circuito di Facebook, permettendo alle forze dell’ordine di individuare e identificare i due aggressori, che sono poi stati denunciati all’autorità giudiziaria.
È presumibile che i due rumeni altro non siano che coloro che gestiscono la rete di mendicanti ai quali destinano il luogo in cui accucciarsi sulla base delle loro capacità di raccattare soldi. Un vero e proprio racket, che al mattino distribuisce i mendicanti in varie zone di grande passaggio di Venezia, alla sera poi rientrano in terraferma da dove vengono consegnando ai capi il denaro raccolto durante la giornata. Un racket di cui più volte è stata denunciata la presenza, ma sul quale fino ad ora non è stata fatta luce. Con questo processo è la prima volta che finiscono alla sbarra due di coloro che sono sospettati di farne parte.
Giorgio Cecchetti
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