Il questore Gagliardi: «Ancora spacciatori? Vinta una battaglia, non ancora la guerra»

La questura sta lavorando per dare risposte sempre più efficaci. "Presìdio fisso? Può rassicurare i residenti, ma non porta seri risultati concreti"
Interpress/Mazzega Venezia, 07.09.2017.- Questura di Venezia, Conf. Stampa "La Polizia nel Cinema Italiano".- nella foto da sx DSr. Cuccio Cristina, il Qyestore ed il Capo di Gabinetto Della Rocca
Interpress/Mazzega Venezia, 07.09.2017.- Questura di Venezia, Conf. Stampa "La Polizia nel Cinema Italiano".- nella foto da sx DSr. Cuccio Cristina, il Qyestore ed il Capo di Gabinetto Della Rocca

MESTRE.  «Abbiamo vinto una grande battaglia, ma non la guerra. Fino a quando c’è domanda lo spaccio di sostanze stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione non saranno mai eliminati. Riusciremo a contrastare e non a sconfiggere. Ne siamo tutti consapevoli». A parlare è il questore di Venezia Danilo Gagliardi, riferendosi a chi sottolinea come a nemmeno una settimana dall’operazione della polizia contro i “mercanti di morte” di via Monte San Michele, in via Piave sono tornati gli spacciatori. E ci sono cittadini che chiedono un presidio fisso di forze di polizia.

In via Piave i cittadini si lamentano per la continua presenza di spacciatori. E questo a pochi giorni dall’operazione di via Monte San Michele. Una storia infinita per questa zona della città?

«La situazione degli spacciatori di via Piave la conosciamo. E stiamo lavorando e non solo come polizia. Questo per dare una risposta che sia la più efficace possibile e non solo da un punto di vista di polizia giudiziaria. Si tratta di quattro o cinque spacciatori che compaiono di notte. Del resto è fisiologico che di notte qualche topo attraversi la strada. Questi arrivano in piena notte quando ci sono meno uomini presenti sul territorio. Ripeto conosciamo la situazione e tutti stiamo lavorando per risolverla. È solo questione di tempo ».

I cittadini della zona di via Piave chiedono un presidio fisso di forze dell’ordine. Una richiesta che viene fatta da tempo. Sarà mai istituito?

«Io parlo per la Questura. Un presidio fisso per risolvere questo tipo di problemi non è efficace. Io posso mettere un furgone in un punto e i pusher si mettono a spacciare duecento metri più in là, quindi cambia poco. Io ho bisogno di avere maggior gente sul territorio e che possa muoversi da un punto all’altro dove c’è la necessità, pattuglie in divisa e in borghese. La presenza del camper può rassicurare le persone ma contro lo spaccio porta a pochi risultati. L’effetto lo si ha per un breve raggio. Per questo io non ho interesse ad aprire commissariato in più luoghi della città. A me conviene avere una struttura unica e grande che mi permetta di utilizzare più uomini in strada. Ricordiamoci sempre che ogni struttura ha bisogno di un certo numero di uomini che servono per farla funzionare e che non partecipano, per ovvi motivi, attivamente al presidio del territorio o alle indagini. Questi si moltiplicano per il numero di strutture. Per questo sono contrario a troppe strutture, meglio una di importante ma che mi garantisce un maggior numero di pattuglie sul territorio», conclude il questore Gagliardi. —

Carlo Mion . BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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