Il Pronto soccorso non rileva la frattura: «danni a una novantenne»

La figlia dell’anziana si è rivolta ad Adico, un’associazione di difesa dei consumatori, per chiedere un risarcimento all'Usl13 di Mirano: «Trattata con superficialità solo perché anziana»

MIRANO. Un'anziana signora che cade in casa e viene portata d'urgenza dalla figlia al pronto soccorso. Una visita forse troppo frettolosa, e la signora viene rimandata a casa perché non risulta alcuna lesione. Una settimana dopo, invece, al persistere di forti dolori, una visita del medico di base e una nuova radiografia non lasciano dubbi: frattura del bacino. È la storia che B.R., di Mestre, che si è rivolta ad Adico, l’Associazione Difesa Consumatori, per ottenere un risarcimento danni dall'Ulss 13 di Mirano.

La disavventura della socia risale all'aprile 2012, quando la madre 90enne cade in casa. La figlia chiama l'ambulanza ed entrambe arrivano al pronto soccorso dell'ospedale di Mirano: quando arriva il suo turno la signora, che accusa fortissimi dolori a busto, bacino e arti inferiori, in particolare all'anca destra, viene sottoposta a una radiografia ma, racconta B.R., «non l'hanno né spogliata né visitata: anche semplicemente togliendole i pantaloni avrebbero visto l'enorme livido che le occupava tutta la gamba». Nemmeno la radiografia però risolve la situazione, visto che il medico che visita la paziente la dimette non riscontrando “apprezzabili segni di frattura”. «Mia madre, che di solito è una persona tranquilla, si lamentava moltissimo, tanto che mi sembrava impossibile che avesse solo una contusione – racconta ancora la figlia della vittima – ho cercato di farla visitare da un altro medico per farla ricoverare ma mi sono dovuta scontrare con un muro di maleducazione e supponenza: non è tollerabile che una persona solo perché anziana sia trattata in questo modo».

E che la sofferenza della madre della signora fosse giustificata lo conferma il medico di base che la settimana dopo la visita e la manda in ambulanza a Mirano perché venga sottoposta a una seconda radiografia: questa volta il referto diagnostica una frattura bilaterale al bacino, ovviamente riconducibile alla caduta della settimana precedente. A quel punto la famiglia della 90enne è costretta a ricoverare la signora in una clinica privata per la riabilitazione, dove resta circa 2 mesi e mezzo, per una spesa complessiva di circa 5.000 euro. A giugno 2012 B.R. si rivolge quindi ad Adico, che la assiste nell'avanzare la richiesta di risarcimento danni alla compagnia assicurativa dell'Ulss 13: la pratica è tutt'ora in corso.

«Per le questioni legate alla sanità, Adico mette a disposizione lo Sportello risarcimento danni – spiega il presidente Carlo Garofolini – particolarmente efficace se entra in gioco quando il danno si è appena verificato».

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