Il progetto Forcolin piace al Pd

Mengo: è l’occasione per eliminare la competitività tra regioni

JESOLO. Sì alla Conferenza dei sindaci del litorale. Il Pd di Jesolo crede in questo soggetto oggi istituzionalizzato che ha visto la luce proprio a Jesolo, soprattutto per volontà dell’amministrazione. E arriva il placet anche al progetto di allungare le sinergie fino alla costa friulana per consolidare un grande distretto del turismo. Il Pd legge questo processo come una lotta alle disordinate richieste di indipendentismo e i conflitti con le regioni confinanti.

Il partito sul litorale ragiona anche sui Comuni montani e le loro aspirazioni di cambiare regione di appartenenza vagheggiando il sogno dello statuto speciale. «Se davvero la strada imboccata dovesse proseguire», dice il capogruppo del Pd, Damiano Mengo, «allargando il distretto balneare veneto a quello friulano si aprirebbero davanti a noi inediti scenari. A un Veneto afflitto da costanti e vani rigurgiti indipendentisti e sempre meno disposto a sottostare ai privilegi della confinante regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, questa possibile collaborazione fa intravvedere un futuro non più di sola competitività, come quella in atto tra i porti di Venezia e Trieste. È anzi auspicabile, se non logico, che tale aggregazione avvenga su un piano paritario anche a livello di risorse finanziarie impiegate, così da assicurare ai Comuni coinvolti analoghe possibilità di riuscita. A quelli del Veneto potrebbe così essere tolto», prosegue Mengo, «l’obbligo surrettizio, che al Friuli non compete, di imporre una tassa di soggiorno per soddisfare bisogni di base, non diversamente colmabili. Tenendo presente che un riuscito modello di collaborazione tra distretti balneari potrebbe essere replicabile per le decine di Comuni montani veneti, che da anni indicono impossibili referendum per far parte del Trentino Alto Adige, altra regione a statuto speciale con grandi privilegi dal punto di vista turistico. Così potrebbe essere ammorbidito il rapporto conflittuale, ma non attualmente modificabile a livello costituzionale, tra un Veneto a statuto ordinario e le confinanti regioni a statuto speciale, più avvantaggiate».

«Ultimo, ma non meno importante motivo per favorire l’aggregazione fra Comuni balneari veneto-friulani», conclude l’esponente Pd, «è il poter affrontare nei prossimi anni, con un maggior peso economico-finanziario, le scadenze della direttiva europea Bolkestein. Così da non mettere a repentaglio la sopravvivenza di centinaia di imprese che ne caratterizzano il paesaggio da più generazioni». (g.ca.)

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