Il progetto Agrivillage non piace agli agricoltori

Musile. Le quattro associazioni di categoria tra forti perplessità e bocciature I promotori tendono la mano: «Possiamo fare molte cose lavorando insieme»

MUSILE. «Da Agrivillage nessun beneficio per i nostri agricoltori». È frattura tra le quattro organizzazioni del mondo agricolo e i promotori del villaggio dei prodotti tipici che sorgerà a Musile con le sue 250 botteghe. In municipio, su iniziativa dell’amministrazione comunale, si è svolto un nuovo confronto. «Siamo convinti che sarà un progetto che darà opportunità a tutto il territorio, ma ci è parso giusto raccogliere le opinioni sulle problematiche», ha esordito il vicesindaco Vittorino Maschietto.

Dubbi sono stati espressi da tutte le organizzazioni agricole. A esordire è stato Jacopo Giraldo, presidente provinciale di Coldiretti, che ha ricordato come da 15 anni «la valorizzazione del made in Italy non veda le aziende concentrate su questi raggruppamenti, ma sui punti vendita diffusi nelle varie imprese agricole, dagli agriturismi ai mercatini a km zero». Per Giraldo sul territorio non ci sono aziende strutturate per questo tipo di format, né vorranno andarci gli agricoltori che già hanno fatto investimenti nella propria azienda. «Se poi dentro Agrivillage costruiremo pure albergo, ristorante e fattoria didattica, il turista vi troverà già tutto e non ci sarà un ritorno sul territorio», ha aggiunto Giraldo.

«Mi spiace che si usi l’agricoltura come specchietto per le allodole», ha rincarato Paolo Quaggio (Cia Venezia), «questa cittadella di fatto escluderà il tessuto agricolo, non c’è possibilità di inserirvi delle aziende del territorio». Perplessità sono state avanzate pure da Giampietro Orlandi (Confagricoltura) e Franco Menazza (Copagri).

Alle organizzazioni agricole tende la mano il rappresentante dei promotori di Agrivillage, Giorgio Ghiselli: «Possiamo fare tante cose insieme, basta volerlo». Ghiselli ha spiegato che il 70% dei produttori che troveranno spazio dentro Agrivillage saranno provenienti dal bacino del Triveneto, solo il 30% dal resto d’Italia. Nelle botteghe si troveranno prodotti trasformati, conservati e stagionati e i produttori locali potranno essere ospitati in “farmer market” nelle piazze dell’Agrivillage. Ma i visitatori rimarranno solo dentro il centro? «Dipende. Di sicuro c’è che sono persone che senza Agrivillage non arriverebbero mai in queste zone. Poi possono essere invogliati a muoversi, se i Comuni e le Pro Loco concorderanno con noi delle iniziative di promozione del territorio», ha concluso Ghiselli. L’assessore Silvia Susanna ha spiegato che finora non erano state contattate le varie associazioni per evitare di creare false aspettative, finché non fosse stata chiara la fattibilità del progetto.

Giovanni Monforte

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