Il primo laico alla guida della Caritas
VENEZIA. Valzer di ruoli, nuove investiture e cambi significativi nella vita diocesana con le ultime nomine e designazioni decise dal Patriarca, Francesco Morglia. Conclude il suo lungo mandato alla Caritas veneziana (che dirigeva dal lontano 1992) don Dino Pistolato, che ora è anche vicario per gli affari economici, responsabile della pastorale della Sanità e dell’ufficio Migrantes. Al suo posto arriva Stefano Enzo, 53 anni di Trivignano, diacono permanente ordinato dal Patriarca sabato scorso a San Marco. Un laico e non un sacerdote per la prima volta alla guida della Caritas veneziana.
Enzo ha maturato la sua vocazione al servizio ecclesiale come diacono nella lunga ed intensa esperienza di appartenenza all’Azione cattolica diocesana, sposato, ha una figlia di 19 anni e lavora al mercato ittico. Enzo si dice pronto per il nuovo ruolo, di questi tempi sempre più delicato e urgente: «È un compito impegnativo», spiega il neo diacono, «sono sicuro che don Pistolato sarà al mio fianco specialmente all’inizio, sono felice perché mi sono messo a servizio della chiesa di Venezia, della Diocesi e del vescovo, cercherò di mettercela tutta per portare avanti questo compito, nonostante gioie, dolori e difficoltà che incontrerò sicuramente strada facendo. Il settore della Caritas è un ramo sociale, si è a contatto con la gente, con la vita quotidiana, con le dinamiche del lavoro, di cui io conoscono e vivo le difficoltà. Si tratta di un compito importante e significativo, ma non mi scoraggio, il patriarca Moraglia mi ha dato piena fiducia e ciò mi fa piacere».
«Da quando è nata la Caritas a Venezia», chiarisce don Pistolato, «ci sono sempre stati sacerdoti ai vertici del settore, un diacono direttore per la Diocesi veneziana è una prima volta, non per la Caritas parlando in senso territorialmente più ampio però. D’altra parte un diacono per sua definizione ha insito il ministero della carità, è fatto per la carità. Lo aiuterò ad entrare nel ruolo con tutti gli strumenti per fargli conoscere le dinamiche, dall’esterno è difficile comprendere la vastità delle implicazioni in cui consiste il nostro compito: non ci sono solo i servizi più conosciuti quali la mensa, i centri ascolto e aiuto, ma ci sono molte altre articolazioni. Ad esempio il rapporto con il tribunale per chi fa lavori socialmente utili, il carcere per i detenuti e le detenute, servizi meno visibili ma non meno importanti. In questi anni abbiamo aperto strutture importanti, come l’ultimo dormitorio mensa a Marghera, la casa delle donne del carcere, tante realtà che fanno parte del vivere della Caritas e che in questi ultimi anni sono diventate punto di riferimento per la gente e le amministrazioni, basta pensare al lavoro con i profughi».
Don Fabrizio Favaro è il nuovo rettore del Seminario diocesano e subentra a don Lucio Cilia (che lo era dal 1996), il quale diventa parroco a Santa Maria Ausiliatrice di Jesolo e delegato per la vita consacrata. Un altro importante ruolo per il neodiacono Pierpaolo Dal Corso, 37 anni di Fiesso d’Artico, anche lui nominato sabato scorso, che si occuperà di pastorale giovanile e vocazionale. Don Renato Mazzuia, precedente coordinatore della pastorale giovanile, passa a Sant’Antonio del Lido (Venezia) come parroco. Tra le molte nomine, accanto ad altri nuovi parroci, c’è poi il direttore dell'ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro: è don Marco De Rossi, che già collaborava con don Fabio Longoni chiamato quasi un anno fa alla direzione dell'Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e del lavoro.
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