Il presidente della Casa di riposo rinuncia a 14 mila euro all’anno

San Donà. Niente indennità per Carlo Patera, i consiglieri invece si dimezzano i gettoni di presenza Il Comune pensa a un progetto per accorpare le municipalizzate e tagliare così i costi di gestione
Di Giovanni Cagnassi

Nuova presidenza e consiglio di amministrazione della casa di riposo Monumento ai Caduti, tagli alle indennità per la “spending review” comunale. Lo ha comunicato ieri il presidente appena nominato, Carlo Patera, il quale rinuncerà a tutte le indennità spettanti, vale a dire circa 14 mila euro all’anno. Il resto del Cda, invece, lascerà all’Ipab la metà dei soldi, ma devolverà anche il resto, di sua spontanea iniziativa, a progetti relativi all’istituto. Complessivamente resteranno alla casa di riposo, con i gettoni di presenza dimezzati dei consiglieri e del vice presidente, quasi 17 mila euro che potranno essere reimpiegati per vari progetti.

Sulla scia del vicesindaco e assessore, Oliviero Leo, il primo a rinunciare totalmente alle indennità spettanti, anche Patera, che fa parte della stessa lista civica, ha deciso con il suo Cda di dare un segnale forte contro i costi della politica. Patera, che è medico di base dell’Asl 10 e ha una specializzazione in direzione sanitaria, avrà il compito di dirigere le molteplici attività della casa di riposo di San Donà.

Nell’aria, però, ci sono altri progetti. Sembra infatti che la casa di riposo potrà essere fusa con l’Opera Pia Casa Paterna di via Calnova che, dopo il buco da 245 mila euro, verrà probabilmente commissariata dalla Regione. Sarà questa l'occasione per studiare una fusione con l'Ipab casa di riposo che si ventila ormai da diversi anni. Avremo così un solo ente, un solo presidente e consiglio di amministrazione con ulteriore risparmio di risorse e la possibilità di appianare i debiti creando al contempo nuovi servizi.

Questa è una delle novità che il sindaco, Andrea Cereser, sta esaminando assieme alla maggioranza. Perché è nell’aria anche una fusione tra la San Donà Servizi, che segue la fiera del Rosario e la riscossione dei pagamenti nei parcheggi a striscia blu della città, con la San Donà Patrimonio che ha in gestione tutta la partita del nuovo teatro.

La San Donà Servizi, nata per la gestione della fiera del Rosario, ha attraversato svariate e alterne vicende come partecipata dal Comune e la sua attività viene oggi ritenuta assai riduttiva dopo gli anni contestati del “business”. Fonderla con la San Donà Patrimonio garantirebbe ulteriori risparmi di gestione e nuove potenzialità anche perché coordinare le attività al teatro non sarà cosa di poco conto e si annunciano costi ingenti. Cereser, quando era all’opposizione, ha sempre evidenziato la necessità di un piano di gestione e finanziario per il futuro teatro di via Ancillotto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia