Il preside riporta i genitori ai cancelli

Alla media Di Vittorio una circolare annulla tutte le autocertificazioni: gli studenti non potranno più uscire da soli
Foto Agenzia Candussi/Scattolin/ Mestre, via Tevere/ Scuola media Di Vittorio
Foto Agenzia Candussi/Scattolin/ Mestre, via Tevere/ Scuola media Di Vittorio
Da domani i genitori della scuola media Di Vittorio dovranno andare a prendere i figli ai cancelli. Lo prevede una circolare firmata dal dirigente Paolo Buzzelli dopo le «recenti indicazioni del Ministero dell’Istruzione e la sentenza della Corte di Cassazione».


Genitori.
Proteste tra i genitori che finora avevano rilasciato una autocertificazione per permettere ai figli di tornare a casa da soli. «Che valore ha il regolamento d’istituto approvato il 26 giugno che prevedeva la liberatoria del genitore?» chiede una mamma «Ci sono molti genitori che lavorano, non tutti hanno i nonni e non tutti possono permettersi una babysitter». Nella circolare tale liberatoria viene revocata. Per agevolare i genitori il preside permette che un adulto possa accompagnare quattro ragazzi, ma per le famiglie anche questo è causa di altri problemi. «La legge ricade sulle famiglie» prosegue un genitore a nome di molti altri «L’adulto porta a casa sua ogni giorno quattro ragazzi? E se li accompagna alla fermata dell’autobus?». In questo caso la responsabilità è dell’adulto e non più della scuola che, nel momento in cui affida il minore all’adulto, non ne ha più la tutela. C’è poi un altro aspetto, più legato alla sfera relazionale: «Alle medie i ragazzi sono grandi e per loro il viaggio di ritorno a casa è il momento in cui si sta con i compagni» prosegue la donna «Molti si vergognano che i genitori li vadano a prendere, è come trattarli improvvisamente da bambini piccoli».


Preside.
L’ultima circolare del Ministero che obbligava ad andare a prendere i figli fino ai 14 anni a scuola, risale al 2014. Negli anni successivi si è trovato un accordo tra dirigenti e genitori, almeno fino all’ultima sentenza della Corte di Cassazione. Da quel giorno ogni dirigente ha dovuto prendere una posizione netta. Buzzelli, preside del Liceo Morin e reggente dell’istituto comprensivo Leonardo Da Vinci, è consapevole della situazione. «Le dichiarazioni della ministra Valeria Fedeli sono esplicite» spiega Buzzelli «In attesa che la legge cambi non possiamo fare altrimenti. Le responsabilità del dirigente e dei docenti sono enormi, soprattutto perché non siamo tutelati». Buzzelli ha detto che il personale scolastico farà in modo di essere collaborativo e disponibile: «Abbiamo già esperienza con le elementari» prosegue «Se non arriveranno subito gli adulti aspetteremo e poi contatteremo al telefono i genitori».


Reazioni.
Il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Domenico Martino si limita a dire che le liberatorie valgono solo se non sono in contrasto con le circolari. Vittore Pecchini, reggente alle scuole medie del Lido e di Pellestrina, ha deciso di non cambiare l’organizzazione. «Fino a una decina di anni fa l’Italia aveva intrapreso un percorso per rendere le scuole autonome che a mio parere era molto positivo» commenta «Ultimamente hanno ricominciato ad arrivare delle indicazioni da Roma, ma per me sono indicazioni. Se un genitore mi dice che si assume la responsabilità del tragitto da scuola a casa di suo figlio non mi aspetto che se succede qualcosa mi faccia causa, ma se la fa so che vincerà. Nonostante questo io sono convinto che il percorso da scuola a casa sia fondamentale per la crescita del ragazzo». Il riferimento è alla famiglia che ha fatto causa dopo la morte del figlio (investito da un autobus all’uscita da scuola) nonostante avesse firmato la liberatoria. La città storica ha meno rischi perché senza auto: «Ritengo sia meglio attendere e vedere se la legge verrà cambiata» afferma Roberto Baretton degli Istituti Comprensivi Morosini e Dante Alighieri «Altrimenti si rischia di creare una grande confusione». Lo stesso per il dirigente Alberto Solesin dell’Istituto comprensivo Manin con una media a Ca’ Savio: «Auspico che venga cambiata al più presto la legge e che la dichiarazione che fanno i genitori rientri nella legge» dichiara «Per i dirigenti perché non possono vivere con questa spada di Damocle sulla testa, per i genitori perché capisco che non sia facile organizzarsi».


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