Il prefetto striglia i commissari «Dovete mettervi d’accordo»
«Ricordate che siete tutti organi dello Stato e vi dovete mettere d’accordo». Un invito a ritrovare una strada comune. Per evitare il blocco dei lavori del Mose e il fallimento del Consorzio Venezia Nuova. Una figuraccia che il Paese non potrebbe sostenere, dopo avere speso per la grande opera quasi sei miliardi di euro.
Primo incontro fra i commissari del Consorzio e il “gruppo di lavoro interistituzionale” nominato dal ministro Delrio e dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone ieri pomeriggio a Roma. Presieduto dal prefetto di Roma, Paola Basilone, l’autorità che la legge sull’Anticorruzione indica come quella che deve nominare gli amministratori straordinari. Potrebbe rappresentare la «svolta» nella navigazione irta di ostacoli del dopo scandalo Mose.
Ieri a Roma c’erano i due commissari che governano il Consorzio Venezia Nuova dopo lo scandalo esploso nel 2014, cioè Giuseppe Fiengo, avvocato dello Stato, e Francesco Ossola, ingegnere. E poi il presidente dell’ex Magistrato alle Acque Roberto Linetti, e i tre nuovi “commissari”, il generale della Guardia di Finanza Cristiano Zaccagnini, Michelangelo Lo Monaco dirigente della Prefettura di Roma, Alberto Chiovelli, ingegnere del Ministero delle infrastrutture. Tema, quello di far ripartire la grande opera. Alle prese non solo con i postumi dello scandalo e con l’esigenza di riaffermare trasparenza e legalità. Ma anche con criticità e lavori «non fatti a regola d’arte», contenziosi sui rimborsi milionari approdati anche nelle aule dei Tribunali.
Soldi pubblici che sono stati spesi nel passato recente non sempre bene, sprechi e malaffare. E adesso soldi che mancano. Conflitto evidente tra la politica del Provveditorato alle Opere pubbliche (ex Mav) e i commissari. Il primo che vuole sanare i vecchi debiti con le imprese, i secondi che preferiscono anticipare le somme ai vincitori della gara per le opere elettromeccaniche, le centrali elettriche per sollevare le paratoie già sott’acqua. Diversità di vedute anche sul futuro del Consorzio e di Thetis. Che adesso andranno appianate. «Clima buono e costruttivo», commenta Fiengo. Primo incontro per forza di cose interlocutorio. Nei prossimi giorni i tre «commissari» del gruppo di lavoro chiederanno carte e documentazioni. E hanno fatto capire che il rapporto finale potrebbe arrivare in tempi brevi. La scommessa è quella di riuscire a riparare una barca che fa acqua. Sistemare i guai «tecnici», far ripartire i finanziamenti. E provare a concludere i lavori entro il 2021 come da cronoprogramma. In una nuova stagione di trasparenza e legalità.
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