Il prefetto: "Mi appello ai sindaci e alle parrocchie: accogliete donne e bambini migranti"

VENEZIA. Lancia un appello ai sindaci che finora hanno detto no e ai parroci il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, per trovare luoghi dove ospitare i migranti in arrivo in Veneto, mentre ha definito una soluzione da evitare quella di poterli sistemare provvisoriamente nella palestre delle scuole.
«È una soluzione estrema, che vogliamo evitare. Ci troviamo nella necessità - ha detto - di dare un tetto ai migranti e che continuano ad affluire, per cui stiamo vagliando tutte le possibilità e lo continueremo a fare anche nei prossimi giorni. Ma oggi, visto che ritengo che l'accoglienza diffusa sia la soluzione, facciamo un appello principalmente ai singoli sindaci che si sono dichiarati contrari ad ospitarne, affinché offrano disponibilità per accogliere piccoli gruppi di migranti provvisoriamente e allentare la pressione, in attesa degli hub regionali che stiamo allestendo, ma per i quali ci vorranno ancora due o tre settimane».
Un appello rivolto anche alla Chiesa. «Vista la partecipazione del Patriarca e dei Vescovi di tutto il territorio veneto e l'impegno degli organismi di solidarietà di ispirazione cattolica - ha rilevato -, mi rivolgo anche alle parrocchie, per un'accoglienza minimale, di due, tre o quattro persone, anche considerando che stanno arrivando anche minori e donne. Anche perché non possiamo lasciare per strada queste persone: sia per una minima umanità, sia per i problemi di ordine pubblico, sicurezza, igiene e sanità, oltre che quelli devastanti a livello di immagine, che ne deriverebbero. I sindaci che dicono no, in tal senso, devono fare una riflessione, perché non stanno dando una bella immagine, di slancio unitario. E poi, visto il flusso proveniente anche da terra, rischiano di trovarsi comunque numerosi migranti a casa loro, senza preavviso». «Sto cercando - ha concluso Cuttaia - di raccogliere le forze per evitare problemi: mi auguro che uno slancio dei Comuni permetta di evitare quelle soluzioni estreme che non vorrei mai attivare».
Il "No" di Luca Zaia. «Faccio un appello ai prefetti: spero che abbiano un rigurgito d'orgoglio che li porti a ribellarsi a Roma, augurandomi che nemmeno rispondano al telefono, visto che abbiamo già dato e prima bisogna rispondere ai veneti»: così il presidente del Veneto, Luca Zaia, è tornato sulla questione dei migranti. «L'intesa che hanno sottoscritto altri, non noi - ha proseguito - prevedeva partite finanziarie a disposizione non delle Regioni, ma dei prefetti. Ma l'accordo è ormai superato, anche perché, di soldi, non ce ne sono più». Zaia ha quindi rivelato che «il premier Renzi mi aveva promesso un incontro sul tema prima del summit europeo, siamo quindi ormai ai tempi supplementari, per cui mi auguro che questo possa avvenire domani, al massimo dopodomani».
Il "No" del sindaco Brugnaro. «Non siamo più in grado di ospitare nessuno, perché, di migranti, ne abbiamo già più del dovuto. Per questo non credo che il prefetto Cuttaia rivolgesse il suo appello a Venezia». Lo ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sull'ipotesi che nuovi migranti vengano trasferiti in città e l'appello lanciato dal prefetto lagunare a sindaci e parrocchie a favore dell'ospitalità. «La stessa posizione - ha aggiunto Brugnaro - la manterrò anche quando sarò sindaco metropolitano, cioè più o meno a settembre, visto che oggi penso di indire le elezioni, ma poi ci vorrà tempo, visto che, a votare, saranno i consiglieri comunali». «Al riguardo - ha aggiunto -, in questi anni lavoreremo perché il Governo capisca quanto sarebbe importante, anche in questo caso, un voto popolare, visto che la rappresentanza è più importante delle cariche».
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