«Il Porto sta cambiando pelle» Costa presenta il nuovo Prg

Ieri prima tappa a Marghera, poi incontri a Mira e Cavallino. Il presidente: «Vogliamo attirare di più le aziende cinesi. Qui c’è un immenso patrimonio infrastrutturale da convertire e sfruttare»
Presidente Autorit‡ Portuale Paolo Costa.Ritratto al Porto.Photo (c) Michele Crosera
Presidente Autorit‡ Portuale Paolo Costa.Ritratto al Porto.Photo (c) Michele Crosera

MARGHERA. Direttamente nel cuore di Marghera per illustrare ai residenti quali saranno le linee guida per lo sviluppo del Porto: ieri, nella sala Bortolozzo del municipio di città giardino, discretamente affollata, è stato lo stesso Paolo Costa, presidente dell'Autorità Portuale veneziana, a tracciare i contorni del nuovo Piano regolatore generale. Arrivato con una mezz’ora di ritardo, ha parlato per oltre un'ora: «Questa è la prima presentazione del nuovo Prg, cui seguiranno, la settimana prossima, gli incontri a Mira, Cavallino-Treporti. È importante parlare a tutti i Comuni interessati e in particolare era giusto discuterne qui, a Marghera, perché il territorio della Municipalità e quello del porto coincidono. Perché rimettere mano al piano regolatore a cinquant'anni di distanza dalla stesura di quello di Marghera e a oltre cento da quello veneziano? Perché a breve il porto sarà molto diverso da com'è stato finora: solo con la posa dei cassoni per il Mose la conca di Malamocco non consente più la piena accessibilità marina e per risolvere il problema avevamo solo due alternative: allargarla o pensare ad una struttura offshore che ampliasse il sistema portuale. Abbiamo optato per la seconda possibilità e già questo cambierà l'aspetto del porto».

Impossibile dimenticare le conseguenze del decreto Clini - Passera, che impone un'altra rotta rispetto al transito davanti al centro storico. «Con il piano non vogliamo imporre nulla», ha sottolineato il presidente, «solo testimoniare l'intenzione di proseguire con la programmazione, magari anche valutando altre strade. La mappa dei commerci cinesi trova proprio a Venezia il suo terminale marittimo per poi proseguire via terra in tutta Europa: mettendo a sistema i porti dell'Alto Adriatico avremmo la possibilità di essere sempre più attrattivi per le aziende che hanno necessità di accesso al mare. A questo si riallaccia anche la nuova normativa, che vuole Chioggia e Venezia unite in un'unica realtà».

Sul piatto ci sono anche tutte le aree industriali da riqualificare e appartenenti ad una galassia di newco, privati e enti pubblici, su cui in alcuni casi sono già previsti consistenti investimenti: «Chiameremo tutti i proprietari per conoscere i loro piani futuri», ha concluso il presidente del Porto, «e nel caso non avessero programmi definiti gli proporremo i nostri; a Marghera c'è tanto da fare, ma esiste anche un immenso patrimonio infrastrutturale da convertire e sfruttare, per risparmiare come per dare vita a nuove possibilità: i vecchi etanodotti, ad esempio, ci consentirebbero di distribuire gas liquefatto per i camion di mezza pianura Padana, mentre nelle aree di Fusina stiamo organizzando il primo sistema completamente intermodale per container d'Italia».

Giacomo Costa

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