Il Porto non cede: «Navi a San Marco niente senso unico»

La Municipalità denuncia rumori e danni ambientali. l’Autorità replica con una serie di studi rassicuranti

LIDO

Due mondi non comunicanti, il porto e la città: parlarsi si parlano, i toni sono anche cordiali, ma le posizioni restano distanti anni luce. Un esempio se ne è avuto ieri in Municipalità di Venezia, assente il presidente dell'Autorità portuale Paolo Costa, presente Antonio Revedin, direttore pianificazione strategica e sviluppo Autorità portuale. A parole tutti sono per la difesa e lo sviluppo ecosostenibile di una industria strategica da 20 mila addetti. Ma nella sostanza il porto va avanti per la sua strada: le navi da crociera (punto più delicato) restano a Venezia, il senso unico era solo un'ipotesi di studio ben lontana da qualsiasi realtà («Il porto non ha in programma lo scavo di un canale Malamocco-Marittima») , mentre il trasferimento a Fusina dei traghetti – questo sì intervento concreto da 250 milioni finanziato per 190 da privati – capace di togliere 500 traghetti dal Bacino e 100 mila auto dal ponte della Libertà è in ritardo «per autorizzazioni che non dipendono da noi, ma dall'iter burocratico, per cui credibilmente saremo pronti per fine 2013».

Cordiale dialogo tra sordi. Il presidente Viero rileva che il porto deve lavorare in sintonia e non in antitesi con la città. Il consigliere pd Vianello – ricordando che la Municipalità di Venezia è per un allontanamento delle navi dal Bacino - ricorda che dalle 1040 navi del 2010 che fanno sfiorato la città (e dai traghetti in particolare) escono polveri sottili come il Pm 2,5 che permangono nell’aria e fonti di malattie.

E, poi, il risucchio dovuto allo spostamento subacqueo di grandi masse d'acqua, le vibrazioni. Il consigliere pdl Bortoluzzi punzecchia il Comune sul futuro del mercato ittico che potrebbe lasciare spazio a nuove navi, data l’autonomia pianificatoria del Porto. Marco Caberlotto (gruppo misto) teme che lo spostamento dei traghetti a Fusina (pur atteso da tutti) apra a nuovi accessi di mega navi da crociera, già al limite massimo. Il Porto risponde come sempre: gli studi delle maggiori università escludono danni da moto ondoso, vibrazioni, inquinamento il rumore è lo stesso registrato in Canal Grande, è imposto carburante verde alle navi agli ormeggia. I comitati mugugnano,

Così a dispetto di un mercato passato in 5 anni da 1,6 a 2,1 milioni di passeggeri e in crescita, Revedin annuncia che «Non è in programma un aumento nel numero delle navi da crociera né nuove banchine, il pescaggio massimo di 10 metri è stabilito dalla quote del Mose.

(r.d.r)

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