Il porto aperto 24 ore a caccia di nuovi traffici
CHIOGGIA. Il porto a caccia di nuovi traffici. Per reagire alla crisi, che ha colpito anche lo scalo di Val da Rio, il porto risponde con due novità: l’operatività nelle 24 ore e il potenziamento del pescaggio per consentire l’accesso anche alle navi da 7.000 tonnellate.
Un duplice risultato a cui si è arrivati grazie ad una sinergia tra Capitaneria di porto, Magistrato alle acque ed Aspo. L’esigenza degli operatori era di aumentare la competitività del porto clodiense che, malgrado la vocazione fluvio-marittima e le enormi potenzialità, risulta schiacciato da alcuni limiti. Il primo l’operatività solo diurna. «Tutti i porti maggiori», sottolinea il comandante della Capitaneria, Andrea Conte, «lavorano nelle 24 ore, non si capiva perché lo scalo di Chioggia dovesse limitarsi a funzionare solo dall’alba al tramonto. Con una serie di sperimentazioni e l’aumento delle misure di sicurezza abbiamo verificato che è possibile lavorare anche in notturna con gli stessi standard. L’estensione dell’orario consentirà anche di abbassare le tariffe perché non c’è più il rischio di sforare il limite consentito». L’altra grande novità che consentirà di ampliare l’attività andando a riprendere traffici che, nel tempo, hanno deviato verso porti vicini concorrenti è l’aumento dei fondali. Con i lavori di escavo si è raggiunto per le 12 banchine di ormeggio (la prima per le chiatte fluviali è rimasta a -4.5 metri) un pescaggio di -8.5 metri che, tenendo conto delle maree e dei livelli di precauzione, si traduce in un pescaggio utile di sette metri e mezzo in più di prima. L’ordinanza che certifica i nuovi fondali e di conseguenza apre le porte a navi di stazza maggiore sarà firmata dal comandante Conte a giorni. «Dopo 20 anni di lavori», spiega l’amministratore delegato di Aspo, Oscar Nalesso, «finalmente faremo fare al nostro porto un salto di qualità notevole. Abbiamo scavato cinque milioni di metri cubi di fondale grazie ad un lavoro di squadra con il Magistrato alle acque e la Capitaneria. Questo significa aprirci a nuovi traffici e quindi a nuove opportunità anche occupazionali». Gli standard di sicurezza sono aumentati anche per quanto riguarda l’accesso con condizioni ventose prevedendo limiti oltre i quali alcune navi non possono entrare superando l’improvvisazione che regnava finora. Soddisfatti delle novità anche gli operatori portuali che da anni chiedevano l’adeguamento dei fondali. «Possono sembrare pochi dalla terraferma», spiega Alfredo Calascibetta, presidente del comitato sviluppo porto di Chioggia, «ma 50 centimetri sono per noi tantissimi, significa aprire il porto a navi da 7.000 tonnellate che prima sceglievano scali vicini».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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