Il Popolo della Famiglia punta sul no gender
Roberto Azzalin e Paola Ganz: sono loro i due veneziani candidati alle elezioni europee del 26 maggio nelle fila del Popolo della Famiglia, partito inserito nella coalizione del Partito Popolare Europeo, con la circoscrizione nord orientale guidata dal romagnolo Mirko De Carli. Al centro del loro programma, il ruolo della famiglia e la lotta alle «derive ideologiche» che hanno caratterizzato la politica dell’Unione negli ultimi anni: l’aborto, l’eutanasia, la questione gender («No gender nelle scuole» è lo slogan nel simbolo di partito).
Per questo lanciano la proposta di un reddito di maternità europeo, che nei loro piani ammonterebbe a mille euro mensili per le donne che decidano di stare a casa con i figli fino ad almeno il loro ottavo anno di età. I modelli a cui guardare? «L’Ungheria di Orban, gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin». Altro punto del programma: il rilancio dell’economia del Nordest con una rete portuale da Ravenna a Trieste che renderebbe le coste settentrionali dell’Adriatico uno snodo centrale per il commercio del Mediterraneo.
Azzalin è stato maestro, poi formatore degli insegnanti, ora in pensione. È nato e vive a Venezia, è sposato e ha cinque figli. La sua attenzione è focalizzata sulla scuola e sulla necessità dell’attuazione della libertà di scelta dell’istituto, se pubblico o privato, in capo alle famiglie. Paola Ganz è nata ad Agordo, ma da tempo risiede a Venezia dove lavora come educatrice professionale in un centro diurno per persone adulte disabili. Al centro del suo interesse, il ruolo della persona. Ma anche della donna: «Il mondo del lavoro non è pensato per le donne, perché le donne hanno altri tempi», dice. —
Laura Berlinghieri
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