Il ponte dell’Accademia adesso potrà essere rifatto
Il Ponte dell’Accademia non più sottoposto a vincolo, perché non più meritevole di essere tutelato nella forma attuale, viste le modificazioni a cui è stato sottoposto nel tempo. È questa la clamorosa proposta che il soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici Renata Codello ha già formalizzato con una sua relazione e sulla quale ora l’ultima parola spetterà alla Direzione regionale dei Beni Culturali del Veneto. «Non ho ancora esaminato la relazione della Soprintendenza», commenta il direttore regionale, l’architetto Ugo Soragni, «e non appena ne avrò la possibilità, ne trarrò le conclusioni». La rimozione del vincolo sul ponte dell’Accademia, aprirebbe la possibilità che esso venga modificato o addirittura demolito, per essere sostituito da una nuova struttura di collegamento, come era stato proposto circa due anni con il progetto, poi abbandonato, dell’impresa Schiavina di Bologna, che prevedeva un nuovo ponte in vetro e acciaio, pur mantenendone l’ “anima” strutturale. In quel caso il progetto aveva avuto un primo progetto favorevole dell’architetto Codello, che l’aveva poi però inviato al Ministero dei Beni Culturali per un parere definitivo del Comitato di settore per i Beni Architettonici. Il Comitato aveva invece chiesto il mantenimento dello stesso tipo di superficie lignea del ponte, con un legno più resistente di quello usato, ma anche il mantenimento della visuale attuale, ormai storicizzata. A chiedere - come si fa periodicamente - un parere sul mantenimento del vincolo di tutela sul ponte dell’Accademia alla Soprintendenza, era stato il Comune. E la risposta formalizzata dal soprintendente è appunto che quel ponte non meriti più di essere tutelato - venne costruito in soli 37 giorni come ponte provvisorio in legno progettato dall’ingegner Eugenio Miozzi e venne aperto al pubblico il 15 febbraio 1933 - perché tra l’altro il suo rivestimento ligneo è stato rifatto e modificato più volte, non corrispondendo più all’originale. Non è d’accordo il professor Giuseppe Cristinelli, già Ordinario di Restauro architettonico dell’Iuav e tra i proponenti della Carta di Cracovia per il restauro. «Quel ponte è ormai nell’immaginario della città», commenta il professor Cristinelli, «come aveva già detto il Comitato di settore dei Beni architettonici a proposito di quel progetto rabbrividente di nuovo ponte di cui non ricordo più i nomi dei progettisti, oltre ad avere una struttura e una linea elegante. Il fatto che il legno non sia più quello originale ha certamente un valore, ma poi c’è la forma di quel ponte, sempre la stessa, che lo mantiene unico e inconfondibile come il materiale che lo costituisce. A Venezia si può certamente cambiare, ma in meglio e in questo caso la tutela è più innovativa di certi progetti alternativi. Mi auguro che il vincolo sul ponte dell’Accademia venga riconfermato, per evitare una nuova perdita di immagine della città». Sulla stessa linea anche il presidente della sezione veneziana di Italia Nostra Lidia Fersuoch. «Il ponte dell’Accademia è ormai parte integrante del paesaggio urbano di Venezia», spiega, « e la sua alterazione - che il venir meno del vincolo renderebbe possibile - non può essere assolutamente accettata. A che scopo fare un’operazione di questo genere? Non abbiamo bisogno di ponti alternativi come quelle proposto due anni fa, quando il ponte dell’Accademia fu, per una pura coincidenza, bersagliato da principi d’incendio che poi non si sono più verificati». L’ultima parola alla Direzione Regionale.
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