Il poeta-combattente che liberò Fossalta di Piave dagli austriaci
FOSSALTA DI PIAVE. Campora è un piccolo borgo tra i monti del parco naturale del Cilento, in provincia di Salerno. A dividere Fossalta di Piave da Campora ci sono quasi 900 chilometri. Eppure c’è una figura che ormai da un secolo lega le due comunità. È quella del “poeta combattente” Andrea Ciardo che, al comando del suo plotone di arditi, liberò Fossalta dalle truppe austriache nel giugno del 1918, al culmine della Prima guerra mondiale.
Mentre guidava il contrattacco alle forze nemiche, Ciardo fu gravemente ferito, meritandosi la medaglia d’argento al valor militare. La storia fossaltina di quest’uomo di legge e di cultura, mosso da un profondo spirito patriottico, è stata ricostruita da Lorenzo Mazzonetto. Già militare nel corpo delle trasmissioni, poi per tantissimi anni agente della polizia locale a San Donà, Lorenzo Mazzonetto è un appassionato di storia. La sua ricerca è iniziata nel 2008, con l’avallo dell’allora sindaco di Fossalta, Bruno Perissinotto, per poi proseguire negli anni con il sostegno dell’attuale primo cittadino, Massimo Sensini. In quasi sette anni di lavoro, Lorenzo Mazzonetto ha condotto una ricerca minuziosa, studiando il foglio matricolare dell’allora ufficiale Andrea Ciardo e prendendo contatti con la comunità di Campora, suo paese natale. Così è tornata alla luce la storia di questa figura, che Fossalta aveva già celebrato qualche anno dopo la fine della Grande Guerra, conferendogli la cittadinanza onoraria.
Nato nel marzo del 1897, Andrea Ciardo conseguì a Napoli il diploma di insegnante elementare. Nel frattempo era scoppiata la Prima guerra mondiale. Ciardo, dopo alcuni mesi di frequenza al corso allievi ufficiali dell’Accademia di Modena, fu inviato sul Carso, come sottotenente degli “Arditi”, corpo speciale composto dai soldati più coraggiosi e validi fisicamente. Fu ferito una prima volta, nel novembre 1917, in val Frison, nel Bellunese. Dopo sette mesi di convalescenza tornò al fronte e fu così che le storie di Andrea Ciardo e di Fossalta s’intrecciarono per sempre. Nella seconda metà del giugno 1918, la zona di Fossalta fu teatro di un violentissimo confronto tra l’esercito austroungarico e quello italiano. Una battaglia di cui Ciardo fu nello stesso tempo testimone e tra i protagonisti più eroici. In quelle settimane l’esercito austroungarico aveva lanciato l’ultima offensiva, che avrebbe dovuto travolgere la resistenza del nostro esercito ripiegato dopo la disfatta di Caporetto. L’esercito austroungarico era riuscito a passare il Piave e a costituire una prima “testa di ponte”.
Fu allora che emersero tutto il patriottismo e il valore militare di Andrea Ciardo, nel frattempo divenuto tenente. Il suo plotone fu impegnato per diversi giorni in violenti combattimenti, con l’obiettivo di riconquistare la “testa di ponte”. Il tenente Ciardo partecipò in prima persona alla controffensiva. E alle 18 del 23 giugno 1918, proprio a Fossalta, rimase ferito quasi mortalmente. Fu colpito al torace da un proiettile che gli perforò il polmone destro e passò a quello sinistro, dove si arrestò. Al termine di quella battaglia Fossalta venne liberata dagli austriaci, mentre Andrea Ciardo fu ricoverato prima al vicino ospedale da campo e poi trasferito all’ospedale militare di Imola. Tra forti dolori la ferita impiegò un anno a cicatrizzarsi, il proiettile gli rimase per tutta la vita nel polmone sinistro, causandogli sofferenze che non cessarono mai. Per quell’atto di eroismo, ad Andrea Ciardo fu attribuita la medaglia d’argento al valor militare. «Sempre alla testa del nucleo reggimento arditi, più volte attaccava e contrattaccava forze nemiche superiori, facilitando l’avanzata delle colonne attaccanti, catturando prigionieri e mitragliatrici», si legge nella motivazione, «ferito gravemente incitava i suoi dipendenti a continuare l’avanzata al grido di “Viva l’Italia” dando bell’esempio di coraggio e di valore».
Congedato con il grado di tenente colonnello, Andrea Ciardo vinse un concorso per segretario comunale. Morì il 6 giugno 1979 a Formia, nei giorni successivi il Comune di Fossalta tappezzò le vie del paese di manifesti listati a lutto.
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