Il podio: Pam, Coin, San Marco Petroli
di CARLO MARCON
Osservando la classifica generale delle Top 500 imprese per fatturato aventi la sede legale nella provincia di Venezia si nota come il gruppo Pam e il gruppo Coin staccano nettamente tutte le altre, realizzando assieme quasi 4 miliardi di ricavi che rappresentano ben il 21% del fatturato totale dell'intero campione. Al terzo posto in classifica si conferma San Marco Petroli con 648 milioni di ricavi, mentre l'Impresa di Costruzioni Mantovani scavalca al quarto posto Acqua Minerale San Benedetto. Zignago rimane stabile al sesto posto, come pure Veritas all'ottavo, mentre Umana guadagna due posizioni (dal nono al settimo posto) e Azienda Veneziana della Mobilità (che controlla ACTV) passa dalla decima alla nona posizione. Allargando lo sguardo alle top 20, quelle che hanno realizzato i maggiori balzi in classifica sono due imprese che commercializzano i prodotti petroliferi, ossia Miotto Generale Petroli (dal 17° al 10° posto) e Vega Carburanti (dal 33° al 15°), e una del settore costruzioni, ossia il Consorzio Veneto Cooperativo che sale dal 20° al 12° posto.
Oltre la ventesima posizione tra le imprese che si sono contraddistinte per i progressi più notevoli in classifica segnaliamo la RBHold spa che cresce di ben 50 posizioni (dalla 77° alla 27° piazza), la Nillab srl (azienda produttrice del marchio Ballin calzature) che balza dal 118° al 52° posto, il gruppo Green Power che produce impianti per il risparmio energetico e guadagna 32 posti (dal 92° al 60°) e Autoserenissima che raddoppia il suo fatturato salendo dalla posizione 113 alla 62. Per quanto riguarda la redditività aziendale, Save, Speedline, Motorsport, Veritas Energia e Pometon (per citare quelle più note) si sono distinte per essere addirittura riuscite a raddoppiare l'incidenza percentuale dell'Ebitda sui ricavi nel 2013 rispetto al 2012. Tuttavia, nonostante i forti incrementi registrati da queste aziende, solo alcune di esse riescono a raggiungere soglie soddisfacenti per questo indicatore. D'altronde si tratta di un problema che caratterizza la gran parte della classifica Top 500, se si considera che solo 128 imprese nel 2013 riescono ad ottenere un Ebitda maggiore del 10% sui ricavi, dato tendenzialmente allineato a quello dell’anno precedente dove erano 125 le aziende in grado di superare tale soglia.
Spostando l’attenzione alla tabella con i dati aggregati per settore, è possibile notare come i settori legati alla distribuzione (commercio al dettaglio e all'ingrosso) abbiano un impatto importante in termini di fatturato, soprattutto per la presenza delle due aziende più grandi in classifica (Pam e Coin). In generale, il territorio veneziano si caratterizza per un tessuto produttivo non esclusivamente manifatturiero, ma dove i settori legati al commercio e ai servizi hanno un peso maggiore che in altre province contigue. Inoltre, tra i settori più importanti che sono stati individuati si rilevano alcuni di quelli che maggiormente identificano il territorio veneziano, ossia il settore dei prodotti chimici, petroliferi e materie plastiche, quello dei trasporti e delle attività di supporto alla logistica, il settore in cui rientra la lavorazione del vetro e quello delle aziende che si occupano di alloggio e ristorazione. Va letto come segnale positivo che 9 settori sui 13 individuati (69%) hanno registrato un incremento del fatturato aggregato nel periodo 2013-12. In particolare tre settori, ossia edilizia e costruzioni, prodotti chimici, petroliferi e materie plastiche e commercio e riparazione di autoveicoli, hanno conseguito un incremento superiore al 10%. Anche sul fronte della marginalità operativa emergono dei segnali abbastanza confortanti, considerato che più della metà dei settori (54%) è stata in grado di migliorare l'incidenza dell’Ebitda sui ricavi e ben sei settori su 13 (46%) hanno un ebitda percentuale in doppia cifra, a fronte di una media del 7,6% a livello di intero campione. Su questo punto tra i settori con la marginalità operativa più elevata si segnalano i settori della lavorazione di vetro, legno e carta, dei trasporti e attività di supporto, utilities e gestione rifiuti e alloggio e ristorazione.
A livello complessivo quasi quattro imprese su cinque chiudono il conto economico in utile e la situazione è stabile rispetto all'anno precedente (78,2% nel 2013 e 78% nel 2012). A conferma di questo dato è utile osservare che per cinque settori tale valore non si modifica nel biennio analizzato. Ben quattro sono i settori con più del 90% di imprese in utile, che rappresenta un dato ragguardevole: si tratta nell'ordine di alloggio e ristorazione (94,4%), fabbricazione di macchinari e apparecchiature (92,9%), utilities e gestione rifiuti (91,7%), fabbricazioni in metallo (90,9%). A fronte di questi settori che raggiungono delle ottime condizioni di equilibrio economico, sono due i settori con più di un terzo delle imprese in perdita, ossia commercio e riparazione di autoveicoli (64,7%) e soprattutto commercio al dettaglio (57,7%) il cui indicatore risulta in drastico calo rispetto al 2012. Sono otto i settori che hanno più della metà di imprese con i ricavi in crescita ma solo tre hanno più della metà di imprese con anche il reddito netto in crescita; ciò significa che i miglioramenti in termini di vendite non sempre si traducono in un'accresciuta capacità di creare nuova ricchezza. A questo proposito gli unici tre settori con la maggioranza di aziende in crescita sia per ricavi sia per reddito sono: trasporti e attività di supporto, calzature, tessile e abbigliamento e alloggio e ristorazione.
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