Il pm chiede il processo per i vertici della Pam

Il rappresentante della Procura ha spiegato che buona parte dei reati fiscali sono prescritti per il tempo trascorso. Resta l’accusa di associazione a delinquere
Di Giorgio Cecchetti
BOLLIS VENEZIA 27.07.2007.-TRIBUNALE DI VENEZIA. INTERPRESS
BOLLIS VENEZIA 27.07.2007.-TRIBUNALE DI VENEZIA. INTERPRESS

MESTRE. Per la Procura veneziana i vertici della Pam, uno dei maggiori gruppi di distribuzione in Italia, vanno processati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Ieri, al giudice veneziano Andrea Comez il pubblico ministero Roberto Terzo ha ribadito la richiesta avanzata già al termine dell’indagine della Guardia di finanza nei confronti dell'amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, 49 anni, padovano ma residente a Venezia; del direttore commerciale Salvatore Dina, 53 anni, veneziano; della responsabile amministrativa Maria Trevisanato, 58 anni, di Marghera; del direttore acquisti Fabio Godano, 42 anni, residente a Mirano; di Maurizio Guarini, 43 anni, di Cittadella, titolare della «I Dogi spa»; di Stefano Negri, 42 anni, di Pisa, titolare della «Alinghi Trade spa»; e di Robert Rylance, 63 anni, residente a Brescia, titolare della «Erre Trading» di Lipsia (inizialmente c’era un nono imputato, il presidente del Consiglio d’amministrazione Pam Giovanni Paolo Giol, che però nel frattempo è deceduto).

Stando alle accuse della Guardia di finanza, i nove avrebbero costituito e organizzato un'associazione finalizzata a commettere numerose frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell'Iva) impiegando le società del Gruppo Pam e utilizzando quelle di Guarini, Negri e Rylance. Al centro degli accertamenti della «fiamme gialle» la compravendita di cellulari, il cui fatturato per il Gruppo Pam passava dai 258 mila euro del 2000 ai 301 milioni del 2005, scendendo a 39 mila nel 2007, dopo che i finanzieri avevano avviato i controlli fiscali. Secondo il capo d'imputazione, la «I Dogi» di Guarini avrebbe emesso fatture fasulle a favore di Pam per 57 milioni del 2003, per 76 nell'anno seguente, per 141 nel 2005 e per 67 milioni nel 2006, mentre «Alinghi» di Negri fatture per operazioni inesistenti per 285 mila euro. Ieri, però, il pm ha chiesto la prescrizione per i reati di frode ed evasione fiscale commessi fino al 2005. Si è costituito parte civile il ministero delle Finanze con l’avvocato dello Stato Giampaolo Schiesaro, il quale ha chiesto anche lui il rinvio a giudizio degli otto indagati. La prossima udienza sarà dedicata alle arringhe dei difensori, tra cui gli avvocati Antonio Franchini, Marco Zanotti, Tommaso Bortoluzzi e Fabio Crea. Al termine della scorsa udienza il giudice Comez aveva respinto tutte le eccezioni preliminari, mentre al termine della prossima dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura e rinviare davanti al Tribunale i vertici della Pam o meno.

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