Il più grande impianto europeo che macina cereali è in laguna

l’intervista«Quello di Porto Marghera è il più importante dei poli produttivi del nostro Gruppo ed è peraltro il più grande impianto nel suo genere in Europa» sottolinea Alessandro Pinato, direttore...

l’intervista

«Quello di Porto Marghera è il più importante dei poli produttivi del nostro Gruppo ed è peraltro il più grande impianto nel suo genere in Europa» sottolinea Alessandro Pinato, direttore dello stabilimento di Grandi Molini Italiani spa di Porto Marghera «Abbiamo una capacità di trasformazione di circa 2.000 tonnellate di grano tra tenero e duro al giorno e abbiamo la fortuna di avere alle nostre spalle un territorio, come il nel triangolo tra Treviso, Milano e Bologna, con la concentrazione di consumo più alta e sofisticata che comprende oltre quasi la metà della popolazione nazionale e le industrie alimentari tra le più grandi al mondo».

Che progetti avete a Porto Marghera?

«Per lo stabilimento veneziano i nostri progetti sono ispirati dalle richieste che ci vengono appunto da questo mercato così variegato e in movimento continuo. Il tema di oggi e del futuro è la sostenibilità e gli ultimi investimenti sono stati realizzati con l’obiettivo di fare diventare il nostro il “Molino AAA” dove le tre A stanno per Alimentazione, Acqua e Ambiente. Siamo così arrivati a produrre oltre 2.500 referenze diverse adatte ad ogni tipo di alimento che richieda il grano come ingrediente, usiamo l’acqua per oltre un terzo dei movimenti di merci in entrata e uscita e ci siamo dotati di una centrale elettrica da fonti rinnovabili, nella fattispecie a legno cippato, capace di coprire lo 80% del nostro fabbisogno di energia. In sostanza, siamo arrivati a consumare solo grano e acqua, con emissioni in atmosfera ridotte solo al vapore acqueo».

Da dove arriva il frumento che arriva nel vostro stabilimento e dove finisce la farina che producete?

«Nello stabilimento veneziano, anche grazie agli interventi realizzati proprio in questi ultimi mesi dall’Autorità di Sistema Portuale, può accogliere presso le sue banchine navi in arrivo anche da oltre Oceano. Ma in realtà ci riforniamo prevalentemente dalla pianura padana e dal centro Europa con una importante quota del grano che avviciniamo dai Balcani che arriva via Danubio e dalle sue foci via mare fino a Marghera. Il 90% dei nostri prodotti primari, che sono farine e semole, vengono distribuiti in Italia e il restante 10% nella vicina Europa. Mentre la gran parte dei prodotti secondari, ovvero la crusca impiegata per la alimentazione degli animali, prende oramai la via del mare nella direzione di paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che hanno un comparto zootecnico in crescita».

Il vostro Gruppo ha cinque unità produttive in Italia e si è strutturata per operare come un “sistema di imprese integrate”, può spiegare cosa significa?

«La nostra è una fabbrica che funziona ciclo continuo. Per noi , quello delle farine è un mercato “di prossimità”, nel senso che meno si porta in giro il nostro prodotto e meglio si gestiscono i costi di consegna, la conservazione, il servizio al cliente. Noi abbiamo 5 stabilimenti in Italia e uno a Vienna, con raggi di consegna di 250 chilometri».

Che importanza ha il settore alimentare per il porto di Venezia dove operano anche altre società, oltre alla vostra?

«Il nostro stabilimento si trova sulla Banchina Molini dove dalla metà degli anni Venti del secolo scorso si sono insediamenti impianti di trasformazione di cereali e semi. E così dopo la costruzione a metà degli anni ’20 del secolo scorso del nostro molino da grano, ad opera di Chiari & Forti, sono arrivati lo stabilimento della Italiana Oli e Risi, la malteria per orzo da birra dell’allora gruppo Peroni e la Costa Belloli per la spremitura della soia. Poi è sparito tutto ma poco più di 10 anni fa il processo si è invertito, dopo decenni di attesa le banchine sono state rifatte e il canale Ovest approfondito. Ora forse sistemeranno via dell’Elettricità si cui ci affacciamo noi a altre società. Speriamo che lo facciano al più presto». —

G.FAV.

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