Il piacere di scoprire la bellezza di Mestre
MESTRE. Dal parco San Giuliano - il più grande d’Europa - da cui si ammirano i campanili di Venezia, ai Forti del Campo Trincerato, passando per l’affascinante archeologia industriale di Porto Marghera, le vestigia dell’antico Castello e delle torri millenarie che ancora si possono localizzare in centro città, le antiche chiese legate a opere e confraternite. Troppo spesso liquidata con indifferenza, Mestre è una città tutta da scoprire. E l’occasione può essere la bella mostra di carnet de voyage, questo fine settimana al Centro Candiani.
Matite in Viaggio. Per il quinto anno torna al Centro Candiani la rassegna organizzata dall’associazione culturale “Matite in Viaggio”. Ormai tra le più importanti del settore in Italia, è dedicata alle opere di quegli artisti che non usano tele o grandi spazi per dipingere, e sulla carta - talvolta anche su supporti di fortuna - fermano il tempo di un’emozione colta durante un viaggio. I carnettisti hanno la capacità di cogliere il bello perché sanno regalarsi il tempo della riflessione su ciò che vedono; una pratica del passato che oggi trova nuova forza, forse proprio per reazione al mordi e fuggi del turismo di massa. Il disegno, in fondo, è stato per secoli l’esclusivo mezzo di documentazione visiva della realtà, strumento attraverso il quale esploratori, viaggiatori, studiosi fermavano sulla carta visioni ed esperienze, con precisione quasi calligrafica o con impeto di visionarietà. Una sezione della mostra è “Matite in viaggio incontra Expo Milano-Venezia Acqua” e presenta disegni realizzati alle saline di Sicciòle (Pirano, Slovenia), alle saline di Cervia, sulla Via Salaria Roma e alle saline di Trapani. Una sezione è dedicata a Michel Renaud, ucciso a Parigi nell’attentato alla sede del giornale Charlie Hebdo e già presidente dell’associazione Il Faut Aller Voir di Clermont Ferrand che organizza ogni anno la mostra internazionali Rendez-Vous du Carnet de Voyage. Renaud era amico di “Matite in Viaggio”, e aveva sostenuto l’associazione quando era nata l’idea di organizzare anche in Italia, e in particolare a Mestre, questa rassegna di cui poi era stato anche ospite.La mostra al Candiani apre venerdì 25 alle 10.30 con “Matite in Viaggio incontra la Scuola” e continua sabato dalle 10.30 con “Matite in Viaggio incontra la Natura” e “Matite in Viaggio incontra le Vie del Sale”. Domenica 27 settembre, sempre dalle 10.30, “Matite in Viaggio incontra Expo Milano-Venezia Acqua”. Usciti dalla visita all’esposizione, vale la pena di fermarsi in città: con lo spirito dei carnettisti, a Mestre si possono trovare molte sorprese.
A spasso nel tempo. Tra gli scorci più belli di Mestre, ci sono la piazza e la torre. I primi documenti che attestano la presenza della torre risalgono al XIII secolo quando a Mestre c’era la famiglia trevigiana dei Collalto. Nel corso dei secoli è stata chiamata Torre di San Lorenzo, delle Ore, Civica e dell’Orologio: assieme alla porta-torre di Belfredo era uno degli accessi al borgo Mestre recintato da una palizzata di legno. Alla fine del Cinquecento fu dotata di un orologio che guardava verso via Palazzo. Piazza Ferretto, conosciuta in passato come piazza Maggiore e Umberto I, è da sempre il cuore della città. Una parte delle antiche mura del Castelnuovo si possono ancora oggi ritrovare nei giardini di via Torre Belfredo, a cinque minuti a piedi dalla piazza, uno dei punti più interessanti dell’itinerario archeologico. Uscendo dalla piazza e percorrendo via Palazzo, è possibile inoltre visitare in tutto il suo splendore dopo il restauro l’antica Provvederia, dove oggi si celebrano i matrimoni civili, con la sua splendida scala esterna originale. L’edificio storico datato 1459 e restaurato per l’ultima volta nel 1926, dopo decenni di abbandono ha ripreso vita grazie a un intervento conservativo. Nella volta della sala dei matrimoni si può ammirare la tela a olio che occupa gran parte del soffitto della sala e che rappresenta “La gloria di Mestre”, realizzata nel 1926 da Giuseppe Urbani de Gheldof. Valgono una visita anche le due più antiche chiese del borgo di Mestre, la chiesa di San Rocco e la chiesa di San Girolamo. Da non perdere poi, appena fuori Mestre, tra Tessera e Favaro, la chiesetta di Sant’Elena e l’antica Torre campanaria a pianta circolare alta 24 metri, che risale all’XII secolo, la più antica di tutto il territorio.
In bicicletta sulle barene. Grazie alle ciclostazioni, è possibile prendere una bici a prestito e girare per la città: gli stazzi sono disseminati un po’ ovunque. Dal Parco di San Giuliano si può imboccare il percorso ciclo naturalistico che costeggia la laguna con le barene e le salsole che fioriscono, e si allunga fino al porticciolo di Passo Campalto. Un collegamento panoramico, con la vista aperta sulla laguna.
Spirito moderno, archeologia industriale e jazz. Vale la pena di passare da viale Ancona per il suo fascino veramente contemporaneo e da lì poi raggiungere Porto Marghera tra fabbriche dimesse, siti archeoindustriali, zone riconvertite a moderni insediamenti terziari e arrivare fino all’area affacciata sul bacino del canale industriale ovest, attraversato dal ponte strallato che ne tratteggia lo skyline. Marghera è anche un territorio vivo, dove potersi fermare e ascoltare della buona musica Al Vapore, storico locale di via Fratelli Bandiera noto per i concerti live, punto di ritrovo di musicisti e amanti del jazz. Di qua, grazie alla passione inossidabile del fondatore Stefano Pesce, sono passati e passano tutti i grandi del jazz. Chi non ci crede, si fermi davanti al muro degli autografi. Tra un ottimo club sandwinch e una birra, qui non ci si annoia mai.
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