Il Pd scopre le carte No alla sublagunare

Il Pd esce allo scoperto in vista dell'approvazione del Pat prevista per settembre

VENEZIA. No alla sublagunare, sì al Quadrante di Tessera, al nuovo terminal ai Pili e al polo commerciale della stazione di Mestre. Il Pd, partito di maggioranza relativa che sostiene la giunta Orsoni, dice la sua sul Pat, il contestato strumento urbanistico in discussione in Consiglio comunale.


Lo fa con un lungo documento che offre le "linee di indirizzo politico del Pd veneziano" per il Pat (Piano di assetto del Territorio).


"E' uno strumento strategico per il futuro delle città d'acqua e di terra - recita il documento approvato dalla direzione comunale del partito - che dovrà essere approvato entro settembre e dovrà confermare alcune scelte di ambito «metropolitano" già consolidate nei Piani regolatori precedenti.


La scelta più innovativa è lo "strappo" sul progetto di sublagunare.


Pur confermando la necessità di sviluppare nuove linee di forza e dorsali di sviluppo della città lungo la linea Tessera-Arsenale-Lido, il Partito democratico segna per la prima volta con un certa precisione la sua contrarietà alla grande opera sotto la laguna.


"Al di là e oltre le valutazioni inerenti la fattibilità tecnica e ingegneristica - si legge nel documento - è fuori di dubbio che infrastrutture pesanti come la sublagunare esigerebbero un preciso disegno di ristrutturazione redicale delle aree di attestazione che oggi rimane imprecisato".


Quando nell'Ottocento si realizzò il ponte transalgunare, continua il documento, "non ci si limitò alla semplice collocazione dei binari, ma si ridisegnò la città intorno alla stazione. Il forte impatto nelle aree intorno all'Arsenale e alle Fondamente Nuove consiglia insomma il «potenziamento di madalità tradizionali di trasporto su acqua con un sistema meglio praticabile e sostenibile".


Potenziando gli accessi al Lido da Fusina e da Chioggia. Dopo anni di divisioni interne e di incertezze, il Pd si smarca dunque dalla grande opera, sostenuta dalla giunta Costa nel 2002, dalla Regione e dal governo di centrodestra. Confermata invece la linea che vuole evitare la "disersione insediativa". Concentrando edifici e funzioni in alcune aree.


"Non è vero che c'è troppo cemento - dice il segretario comunale Claudio Borghello - questo Piano deve coniugare la difesa con lo sviluppo e i nuovi posti di lavoro".


La pensano diversamente i comitati che ieri hanno rumorosamente presidiato Ca' Farsetti. "E' un Piano contro i pendolari - dice Michele Boato - che prevede una stazione a Tessera, fuori dal mondo, colate di cemento in laguna. Non è questo il futuro che vogliamo. A che serve questo Pat per i suoi cittadini?"


Contraria anche la Lega, che parla di "cementificazione del territorio" e ha fatto proprie le osservazioni critiche scritte dall'architetto Francesco Sanvitto.


"Chiediamo alla Provincia di tener conto delle osservazioni critiche quando lo dovrà approvare", dicono i consiglieri del Carroccio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia