«Il Pd deve ripartire dagli iscritti Grandi navi, presto una soluzione»

Debora Serracchiani, numero due del Partito democratico, è intervenuta ieri sera al Palaplip «Perdere a Venezia ha fatto molto male». Il congresso entro gennaio, dibattito già incandescente
Di Mitia Chiarin

«Si riparte dagli elettori, si riparte anzitutto dai nostri iscritti». Debora Serracchiani, numero due del partito democratico nazionale ieri sera era Mestre, al Palaplip, per dialogare con il partito veneziano del futuro prossimo.

Venezia e il Veneto andranno entro gennaio 2016 a congresso, è stato ribadito ieri sera ma discutere di quanti candidati ci saranno alle segreterie comunali e metropolitana è prematura, avvisa la Serracchiani.

«Non c'è ancora la data dei congressi e già qui si parla del numero di candidati? Assolutamente prematuro», avvisa.

E ricorda: «Perdere a Venezia ha fatto particolarmente male, per la storia della città che è anche la storia della sinistra». E a Bersani che da Mestre ha criticato Verdini e il suo progetto di estromettere la sinistra Pd per fare il partito della nazione, ribatte: «Verdini è la stessa persona che con Bersani sosteneva i governi Monti e Letta. Le riforme, lo ribadisco, si fanno con tutti. E stiamo realizzando gli obiettivi: la riforma del Senato, la riduzione dei parlamentari, il tutto entro il 15 ottobre».

Parla anche di grandi navi, la Serracchiani, altro tema caldo per il Pd veneziano: «Venezia è una priorità per il paese, città da salvaguardare è un volano per l'economia. Sul tema grandi navi sta lavorando una apposita commissione del ministero. Su alcune ipotesi avevamo avanzato dubbi, come sul Contorta, poi confermati. Serve una soluzione che non impatti negativamente su Venezia e quindi si sta valutando la questione attentamente attraverso i ministeri ai beni culturali e delle infrastrutture».

Il clima del dibattito interno è già incandescente. «Dobbiamo fare uno sforzo di unità, dobbiamo guardarci allo specchio e saper confrontarci con i circoli, che sono le sentinelle nel territorio. E dobbiamo riscoprire anche un ruolo inusuale per noi, quello di opposizione» dice nel saluto Emanuele Rosteghin.

«Andremo a congresso nel più breve tempo possibile, entro gennaio 2016» dice Marco Stradiotto che ricorda che secondo lui i «congressi non si fanno sui nomi ma sui contenuti, perché possiamo dare le colpe a candidati o ai segretari, ma dobbiamo chiarirci tra noi se siamo della stessa comunità. Ho sentito parlare male di buona scuola e jobs act più dai nostri. E in Veneto le divisioni non pagano affatto perché l'alternativa sono i razzisti e i pazzi. Il nostro paese non può finire così e non possiamo permetterci errori, quindi ».

Roger de Menech, segretario regionale spiega: «Il nostro programma rispetto a Zaia non era mica mancante, abbiamo riempito i teatri e il partito è uno strumento: non serve a contare dirigenti ma a dare contenuti. L'unità che ci deve unire è lo scopo e se avremo coraggio aumenteremo il risultato. Dobbiamo ricostruire con l'aiuto del nazionale che non ci ha mai lasciato soli».

Il segretario Veneto saluta e va via per un altro impegno: «dobbiamo essere consapevoli che non siamo affatto morti e nella difficoltà dobbiamo essere ottimisti».

E i circoli si sentire. «Decidiamo che cosa sono i circoli» avvisa Tonino Cossident, segretario di Marghera, «chiarite su vicende come quelle di Verdini perché sennò il tesseramento andrà male». Alessandra Miraglia aggiunge: «Come si deve sentire un iscritto ed elettore Pd davanti a Casson che non rinnova la tessera. Voglio rappresentare un disagio e faccio un appello al nazionale, che segue da tempo le vicende veneziane. Ascoltate le voci sul territorio e quelle più rappresentative».

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