«Il patronato è di tutti», al via una petizione

Valli. Il parroco don Massimo “bocciato” dal consiglio pastorale sull’uso della sala, la gente protesta
BELLUCO.INTERVISTA PARROCO CONCHE DI CODEVIGO.don massimo fasolo
BELLUCO.INTERVISTA PARROCO CONCHE DI CODEVIGO.don massimo fasolo

VALLI. Patronato off limits per le feste di compleanno dei bambini o per rinfreschi di battesimo o di nozze. Così ha deciso il consiglio pastorale attirando gli strali di mezza frazione che per opporsi al diktat ha avviato una raccolta di firme.

Dopo i lavori di ristrutturazione delle opere parrocchiali, a fianco della chiesa della Natività di Maria, è stata abbellita e rivista la sala grande del patronato e ricavato un punto ristoro. Un bel lavoro di restauro che però non ha trovato quell’utilizzo e quell’apertura che la comunità si sarebbe attesa. Il bar del patronato è aperto in pochi giorni e in pochi orari e la sala non viene concessa per utilizzi “esterni” alla parrocchia. Un’indicazione che il precedente parroco, don Simone Bottin, aveva condiviso con il consiglio pastorale, ma che invece pare non star bene al nuovo parroco, don Massimo Fasolo che due domeniche fa dal pulpito ha fatto chiaramente capire di non approvare questa linea così rigida. Il sacerdote si è sentito in dovere di precisare la sua posizione perché nel periodo autunnale, con l’impossibilità di fare le festine di compleanno dei bambini in spiaggia o nel giardino di casa, iniziavano ad arrivare richieste per poter utilizzare il patronato. Richieste a cui inizialmente don Massimo aveva dato l’ok senza problemi, trovandosi poi a fare marcia indietro dopo aver consultato il consiglio pastorale. Dal pulpito ha spiegato che il consiglio ha deliberato che la sala grande del patronato sia utilizzata solo per scopi interni alla parrocchia, e ha sottolineato di non condividere la scelta. Ai diretti interessati ha offerto, come soluzione mediana, di poter usare la saletta don Giuseppe (molto più piccola e non coinvolta dal restauro).

La cosa però non è finita lì perché alcuni parrocchiani, cogliendo l’imbarazzo del sacerdote, hanno avviato una raccolta firme per dimostrare che la posizione di don Massimo trova sponda in un’ampia porzione della comunità. In 24 ore sono arrivate oltre 100 firme, ma la raccolta continuerà per giorni.

«Crediamo che gli spazi della parrocchia siano della comunità», spiegano i promotori, «tanto più che la sala viene chiesta per far giocare i bambini alle feste, o per qualche banchetto nuziale o di battesimo, non certo per fare schiamazzi. Ovviamente ci impegniamo a sorvegliare i bambini, a ripristinare gli arredi e a ripulire il tutto dopo l’utilizzo».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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