Il patriarca di Venezia: "Presepio e crocifisso sono simboli di inclusione"

L'omelia di Moraglia alla messa nella Basilica di San Marco. E sul tema dei migranti: Italia lasciata sola
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA.25.12.2016.- MESSA DI NATALE DEI PATRIARCA FRANCESCO MORAGLIA
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA.25.12.2016.- MESSA DI NATALE DEI PATRIARCA FRANCESCO MORAGLIA

VENEZIA. "Se si riflette in modo obiettivo e non ideologico, si vede come proprio grazie al presepio e al crocifisso, a ciò che esprimono, in Occidente e in modo particolare in Italia sia cresciuta una società capace d'accoglienza, di inclusione e di laicità vera. Ma l'Europa oggi, innanzi alla questione dei migranti si mostra insensibile; ben altra attenzione mostra alle questioni economiche e finanziarie".

E' uno dei passaggi dell'omelia pronunciata oggi dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, durante la messa di Natale nella Basiliuca di San Marco. "Risulta difficile - aveva premesso il prelato - scorgere nel presepio e poi, per estensione, nel crocifisso simboli d'intolleranza o prevaricazione religiosa, culturale, etnica che ostacolano l'accoglienza e l'integrazione. Al contrario".

E sempre sul tema dei migranti e del confronto tra il nostro Paese e l'Europa ha aggiunto: "Qui l'Italia appare sempre più isolata e questo da' vero dispiacere, ma anche un senso di grande fierezza. L'accoglienza e la disponibilità non sono mai frutto del caso; proprio in questi frangenti - ha sottolineato Moraglia - l'Italia esprime, nonostante il secolarismo diffuso, una cultura che s'ispira con forza al Vangelo, e rende vive quelle opere di misericordia spirituali e corporali che più volte Papa Francesco ha richiamato nel corso dell'anno della Misericordia".

"La cultura dell'accoglienza - ha concluso -  davvero viva nella nostra gente anche perché, nella sua storia, il nostro stesso popolo ha conosciuto le strade faticose della migrazione".

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