Il Patriarca consacra la nuova chiesa

Jesolo. Almeno 800 fedeli hanno partecipato alla cerimonia in piazza Nember per il “Cuore Immacolato di Maria”
Di Alessio Conforti

JESOLO. Fedeli in festa ieri pomeriggio per la consacrazione della nuova chiesa “Cuore Immacolato di Maria”. Un edificio di culto situato nel cuore del lido ovest, a due passi da piazza Nember, che si accinge a diventare un punto di riferimento religioso importante, tanto per i turisti della zona quanto per i residenti. Alla cerimonia, iniziata puntualmente alle 17.30, c’erano circa 800 persone, riunite dapprima nell’anfiteatro del nuovo comparto di piazza Nember, dove per l’occasione si è svolta la presentazione ufficiale della struttura alla presenza del patriarca di Venezia Francesco Moraglia, accompagnato da tutti i sacerdoti della diocesi.

Ad illustrare la nuova chiesa, prima della benedizione, gli architetti e i costruttori, seguiti dal saluto delle autorità. Per l’occasione c’erano infatti i principali attori istituzionali locali, dalle componenti politiche a quelle civili e amministrative, senza dimenticare i rappresentanti delle forze dell’ordine. Nessuno, infatti, ha voluto mancare a questo storico giorno per l'intera città, in una splendida giornata di sole corredata dalla presenza di tante famiglie con bambini al seguito. «È un’opera che dà una grande emozione all’intera città», ha detto il sindaco Valerio Zoggia, «e che al contempo fornirà un servizio importante sia ai residenti che agli ospiti».

Ad officiare la messa, d’ora in poi, ci sarà don Italo Sinigaglia. A distanza di due anni e qualche mese dalla posa della prima pietra, svoltasi il 7 gennaio 2012 al cospetto del vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, la nuova chiesa ha aperto quindi finalmente le porte ai suoi fedeli, che in pochi attimi hanno riempito l’edificio. In molti, purtroppo, hanno dovuto attendere all’esterno. Un sogno che diventa realtà dopo circa quarant'anni, dai tempi in cui don Francesco Castorina, fondatore della parrocchia del Sacro Cuore, avviava i primi percorsi per la costruzione. Ed è proprio da questo concetto che ha voluto iniziare il suo discorso il patriarca, dopo aver messo in atto il sacro rito dell’aspersione e la benedizioni delle pareti. «Ricordando la figura di don Castorina a dieci anni dalla sua morte», ha detto Francesco Moraglia, «bisogna sempre tener presente che la consacrazione di una chiesa è l’occasione giusta per rinsaldare il rapporto con Gesù. Il vero tempio sono infatti i fedeli, messi a rischio da una quotidianità dominata dall’eccessivo consumismo, materialismo ed economicismo. Fattori», ha detto Moraglia durante la preghiera eucaristica della dedicazione, «che devono essere combattuti proprio nei luoghi di preghiera come questo».

L’edificio, progettato dagli architetti Devis Rampazzo, Massimo Sinigaglia e Simona Favrin, contiene complessivamente 250 posti e simboleggia una nave che emerge dagli abissi carica di anime da salvare. Sulla cima del campanile, infine, c’è la Madonna che dirige l'imbarcazione verso il giardino dell’Eden con lo scettro da “Capitana da mar”, proprio come vuole la migliore tradizione veneziana.

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