Il Patriarca apre la Porta Santa, è festa

Centinaia di fedeli alla cerimonia nella chiesa di Santa Maria Concetta: «Questo è il varco che tutti noi dobbiamo attraversare»
Di Alessio Conforti
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - APERTIRA PORTA SANTA CON PATRIARCA MORAGLIA
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - APERTIRA PORTA SANTA CON PATRIARCA MORAGLIA

ERACLEA. Giubileo della Misericordia, ad Eraclea si spalanca la Porta Santa della chiesa Santa Maria Concetta. Erano diverse centinaia i parrocchiani che ieri pomeriggio, di fronte ad un tiepido sole, hanno preso parte alla sacra celebrazione officiata dal Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia nell’anno santo voluto da Papa Francesco. Il luogo di culto sulle rive del Piave, riconosciuto dal Patriarca come realtà giubilare, ha accolto con il dovuto calore una giornata attesa da mesi e vissuta come un appuntamento da segnare sul calendario parrocchiale. La cerimonia si è aperta alle 16 con la prima benedizione avvenuta sul cortile retrostante all’ingresso con l’aspersione dell’acqua benedetta, in memoria del battesimo di tutti i credenti. Qualche minuto dopo il corteo, aperto da Moraglia, ha passeggiato lungo il percorso che costeggia lateralmente la chiesa fino all’arrivo sul sagrato, dinanzi all’entrata. L’apertura della Porta Santa è avvenuta di fronte all’emozione di una comunità raggruppatasi non solo da tutte le frazioni ma anche dai comuni limitrofi.

Ogni movimento del Patriarca era seguito dallo sguardo attento di grandi e piccini, immortalato da centinaia di flash partiti da telefonini e macchine fotografiche. L’ingresso del Patriarca Moraglia è stato ordinatamente seguito da una lunghissima coda di fedeli e autorità civili, che via via hanno contribuito a riempire una chiesa già di per sè ricca prima dell’inizio della cerimonia. Filo conduttore del discorso del Patriarca, dopo una lettura del libro di Isaia (capi 59-60), è stato il concetto di popolo, proprio in una giornata dove i cittadini di Eraclea hanno risposto con grande fede all’appuntamento.

«La porta che abbiamo aperto», ha detto Moraglia guardando l’entrata della chiesa, «è la porta del popolo di Dio: il varco che ciascuno di noi deve riprendere ad attraversare. L’anno giubilare, indetto dal Santo Padre, ci riguarda tutti in prima persona come comunità: dobbiamo riscoprire il ritorno a Dio come risposta ai nostri problemi. La fede deve esser vista come un nuovo modo di pensare, ponendoci delle domande sulla nostra vita e cercando di riscoprire i nostri fondamentali, a partire dal concetto di comunità. Siamo un popolo fatto di persone con un cuore, da cui nascono tutte le cose belle di una frazione, un paese o una città».

«Il Signore», ha incalzato il Patriarca, «non è infedele e ama il proprio popolo in modo coniugale, proprio come un uomo ama una donna. Siamo preziosi agli occhi di Dio. Il cammino giubilare è un cammino di conversione e riconciliazione».

Le parole del Patriarca sono state ascoltate da numerosi fedeli che, non trovando spazio all’interno, hanno sfidato il freddo pregando sul sagrato fino al termine della cerimonia. Al termine della messa, infine, in molti hanno colto l’occasione per ricordare la storia della chiesa di Santa Maria Concetta, la cui prima pietra venne posta nel 1920 su progetto dell’architetto Giuseppe Berti. La Basilica, invece, venne consacrata dall’allora Patriarca Pietro La Fontaine nel maggio del 1930.

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