Il patriarca ai politici: «Chi ha sbagliato si faccia da parte»
VENEZIA. Adesso è il momento del silenzio e del volontario ritiro. Che significa: «Chi ha governato male e ha sbagliato,si faccia da parte». Ieri alle 19, giorno del Redentore, festa di popolo e di fede, durante la solenne liturgia concelebrata nella gremita chiesa del Palladio, il patriarca Moraglia, senza giri di parole, non ha desistito a impartire lezioni di morale cristiana. Il presule ha invitato coloro che hanno sbagliato ad abbandonare i ruoli finora ricoperti per la disattesa fiducia nell'amministrazione delle cose comuni.
Come massima autorità spirituale della diocesi lagunare ha teso la mano a Venezia e indicato una via di speranza - la preghiera - invitando tutti a riflettere e a rivolgere lo sguardo verso l'alto. Laddove dimora la salvezza. Ad ascoltarlo tra le autorità civili, religiose e militari il commissario prefettizio Zappalorto.
Immediati i commenti e le reazioni. Dalla diocesi monsignor Pistolato ha detto: «Per ridare fiducia e speranza alla città è giunta l'ora di una nuova generazione con idee differenti». Il prefetto Cuttaia ha dichiarato: «Sono parole ispirate quelle che giungono dalla massima autorità morale della Città che rivolge alle cariche pubbliche. Le sue parole trasmettono sensibilità umana e profondo spirito religioso, le condivido». Il direttore generale del Comune di Venezia Agostini ha detto: «Il Patriarca non attacca la politica, sta esercitando il suo magistero morale. La sua è una lezione equilibrata attraverso la quale sta dando segnali importanti a tutta la comunità veneziana». Sul silenzio e il volontario ritiro è intervenuto anche l'assessore provinciale all'Istruzione Tessari: «Condivido la riflessione del patriarca Moraglia dalla quale traspare un forte spirito di servizio. La sua accorta visione cristiana va dritta al problema, cioè chi ha sbagliato va perdonato ma deve ritirarsi».
Nel tempio era presente il rettore dell’Istituto universitario di architettura (IUAV), Amerigo Restucci, che ha sottolineato: «Sul silenzio parlante e sul ritiro volontario è necessario trarre una riflessione in nome dell'etica civica. C'era bisogno di sentire questo. Qui ci sono persone e istituzioni lontane dagli affarismi che portano avanti idee, capacità di ricerca, progetti utili. Venezia ha bisogno di riprendere i temi che l'hanno sempre caratterizzata: storia, umanità, cultura, solidarietà, accoglienza. Sono necessari nuovi percorsi che mettano in moto una rinascita economica. Lo Iuav è in prima linea». Sul sagrato della chiesa del Redentore della Giudecca si sono pronunciati anche i veneziani: «Strepitoso, bravo Patriarca! Ti vogliamo bene. È andato al cuore del problema: finalmente ha tirato le orecchie ai politici. Io nella mia quotidianità l'esame di coscienza me lo faccio, ogni sera. Per arrivare a questi punti di disonestà mi chiedo: cari politici che avete rubato i nostri soldi ma voi l'esame di coscienza ve lo facevate?».
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