Il Patriarca a Eraclea, 500 in festa «Seguite l’esempio di Maria»
ERACLEA. C'erano oltre 500 persone, ieri mattina, al pellegrinaggio mariano svoltosi alla presenza del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Le vie del centro cittadino, infatti, si sono riempite di numerosi cittadini provenienti dalle vicine zone di Jesolo, Caorle e San Donà, che, insieme alla parrocchia di Eraclea, hanno contribuito a una mattinata dall'alto valore religioso.
Il Patriarca di Venezia, nell'ambito del rituale appuntamento che ogni mese si svolge in una località della diocesi, ha atteso i fedeli già dalle 7.30 alle le scuole medie di via Mazzini, il ritrovo ufficiale dell'appuntamento. Da lì, recitando il rosario, si è svolta la processione proseguita verso via Martiri della Libertà, via IV Novembre e via Marconi, raggiungendo infine la chiesa parrocchiale. Nel corso del corteo, molto partecipato e devoto, sono stati lambiti due luoghi importanti come il cimitero, definito come «il luogo che apre non alla tristezza, ma alla visione del cielo», e la casa dell'accoglienza dell'Aphe, un centro diurno per disabili, a dimostrazione della costante attenzione verso i più deboli. In seguito, intorno alle ore 8.15, monsignor Francesco Moraglia ha presieduto la messa all'interno della chiesa di Santa Maria Concetta, una dei tre luoghi sacri del litorale veneziano dedicati alla Santa Vergine.
Gli altri due si trovano a Caorle e a Jesolo, dove tra l'altro il Patriarca sarà presente sabato primo marzo.
Durante la funzione religiosa monsignor Moraglia si è soffermato più volte sulla necessità, in un momento così difficile per la comunità, di seguire l'esempio di Maria, vera e propria guida spirituale soprattutto per le donne. Un accenno particolare è stato poi dedicato al "progetto Gemma", un servizio per l'adozione prenatale a distanza dedicato alle mamme in difficoltà. Al termine della messa, attorno alle 9.15, l'appuntamento si è concluso con una colazione in patronato.
La mattinata, oltre all'indiscussa importanza da un punto di vista religioso, è stata portatrice di affascinanti risvolti storici in una terra, quella di Eraclea, che ha una storia di fede antichissima. È proprio su queste rive del Piave, infatti, che san Magno ha fissato la sua cattedra, in fuga da Oderzo. La diocesi di Eraclea sopravvisse fino al 1440, quando fu unita al Patriarcato di Grado e in seguito al nuovo Patriarcato di Venezia. Intorno al SetteQualche decennio dopo, intorno al Settecento, fu costruita la chiesa di piazza Garibaldi, che poi venne ricostruita dal 1920 a seguito delle distruzioni del primo conflitto mondiale.
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