Il pasto e un letto con i sacchetti

Un gruppo di amiche ha trovato un modo ingegnoso per aiutare i senzatetto

VENEZIA. Quattro amiche che sanno “guardare” la loro città e un gruppo allegro di mariti, figlie e figli che danno una mano. Una mano per dare un letto e un pasto caldo ai senzatetto. E ora pure una possibilità di lavoro a chi il lavoro l’ha perso.

Paperdreams, cioè Sogni di carta, è nato così, in tutta semplicità, come semplice è il materiale di cui è fatto: giornali vecchi. Gli stessi, per capirsi, usati dai barboni per farsi un giaciglio per strada e ripararsi dal freddo. Gli stessi, ancora, che vengono usati ora per fare sacchetti di carta rinforzata, con manici in tela riciclata. Un successone.

Vengono portati nelle boutique più eleganti della città che poi li offrono ai clienti per infilarvi foulard, maglie e camicette. Se il cliente vuole lascia un contributo. Se no va bene lo stesso. Tutti questi spiccioli poi vanno al progetto in favore di una onlus specializzata “Insieme verso nuovi orizzonti, Triveneto”, che si occupa di ragazzi e famiglie in difficoltà.

Non basta, siccome ogni donna, sotto sotto, è un po’ maestra, il “verbo” si è diffuso e gli stessi ragazzi e senzatetto ora imparano ad auto-aiutarsi, preparando i sacchetti.

Poi, ovviamente, per dare speranza c’era bisogno di far sapere che il progetto esiste, è diventato realtà. E allora ognuno ha dato una mano con quello che sapeva fare. Uno tra i più begli atelier di moda della città, “Nina”, si è messo a disposizione per il lancio: un successone. Una mannequin professionista ha posato offrendo il suo cachet ai senzatetto. Un gruppo di figlie si è offerto per fare pubblicità, immortalate dal fotografo Riccardo Zanutto. I designers dello studio Charamonte & Marin hanno offerto il logo, l’Istituto Salesiano San Marco si è offerto di stamparlo, la videomaker Claudia Marin ha preparato il video e il musicista Giovanni Dinello ha offerto la colonna sonora. Tutto tra amici e amici di amici.

«Volevamo solo dare una mano a chi ha bisogno di un tetto e un pasto caldo», spiega Susanna, una delle amiche che hanno lanciato l’idea, «e una volta in vacanza in un’isola sperduta ho visto che lì non buttavano via i giornali dopo averli letti e nemmeno li ricicliuavano: facevano i sacchetti. In poche mosse la carta prendeva nuove forme, utilissime, e veniva usata per tutto, dalla spesa al vestiario. Ne ho portato uno in Italia e ne abbiamo parlato tra noi cercando chi avesse più manualità».

«Farli è davvero molto semplice», spiega Stefania, l’artista del gruppo, «una volta che si è imparato è un procedimento rapido e i materiali sono davvero a costo zero. A mano a mano abbiamo scoperto tecniche per renderli sempre più robusti. Ma è davvero semplice».

«Quando li ho offerti la prima volta credevo che la gente non capisse», ammette Daniela Soreca, titolare delle boutique “Nina” di campo Manin e campo San Rocco, «invece tutti erano curiosi e poi entusiasti, li hanno voluti e quando sono tornati me li hanno richiesti, tanto che ho dovuto domandare di allargare il gruppetto delle “costruttrici” e averne di più».

«Capisco che non risolvo tutti i problemi del mondo», dice una delle ragazzine che hanno posato per il lancio, «ma almeno non resto a guardare. Quel poco che posso fare lo faccio. È bello avere un sogno. Chi vuole darci una mano ci scriva a lettidicarta@gmail.com».

Insomma: alla fine il motto del gruppetto “Paperdreams, perché i vostri vecchi giornali possano essere un letto e un piatto caldo, non solo un giaciglio per strada”, sembra diventato una piccola realtà.

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