Il pasto da casa: da comunicare entro ottobre
VENEZIA. La rottura tra il servizio mensa della società comunale Ames e i genitori che vogliono preparare il pasto a casa per i propri figli è ormai ufficiale. Il grande caos che si sta creando in questi giorni riguarda come procedere e il fatto che non tutti i genitori che hanno preso la strada del pasto da casa hanno cancellato l’iscrizione al servizio Ames.
Questo significa che tutti i dirigenti scolastici hanno ricevuto almeno una richiesta di genitori che preferiscono portare il pasto da casa, ma i numeri non coincidono con le disdette ricevute da Ames. Ieri, nel corso di una riunione dei Comitati Mensa a Mestre, che ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale con Silvia Grandese e Ames e, per la prima volta, anche di molti dirigenti comunali, è stato deciso che chi vuole portare il pasto da casa ha tempo fino al 27 ottobre per comunicare ad Ames il ritiro dal servizio per tutto l’anno.
Messaggio chiaro da Ames: chi vuole il pasto da casa non può più tornare indietro e chiedere poi di ripristinare il servizio mensa. Inoltre, Ames ha aggiunto che chi mangia il cibo da casa si dovrà anche portare l’acqua, in quanto le caraffe sono del Comune e quindi non disponibili per chi non aderisce al servizio.
Domani i dirigenti si incontreranno per concordare una linea comune e una circolare che sia uguale per tutti dato che fino ad adesso ognuno ha agito per tamponare l’emergenza.
In generale ogni struttura ha avuto qualche richiesta di portare il pasto da casa con un boom al Lido, ma si rimane in attesa delle linee guida che dovrebbero arrivare dalla Regione. Non sono mancate numerose osservazioni da parte dei genitori che non sono d’accordo con il pasto da casa e che hanno comunque annunciato che dal 17 ottobre prenderà avvio il menù autunno inverno di Ames, realizzato con il Comune e l’Usll.
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