Il Parco Vega gioca l’ultima carta
Vega Scarl, la società del Parco tecnologico e scientifico di Marghera, gioca la sua ultima carta - prima della scadenza del concordato preventivo, concesso dal tribunale di Venezia nel luglio del 2014, ed evitare il fallimento - con un terzo e ultimo bando di vendita. L’obiettivo, imprescindibile, è di riuscire a vendere entro il 2018 gran parte dei cespiti della società, principalmente immobiliari, per ricavare i 15 milioni di euro necessari a soddisfare integralmente i creditori in esecuzione del piano di concordato. La sostanziale differenza con i due primi bandi è che questa volta si punta a vendere con un “bando internazionale aperto” l’area del Vega 1 in blocco – 80 mila metri quadrati dei quali 40 mila edificati e il resto di aree calpestabili – e la porzione di 8 ettari dell’adiacente Vega 2 rimasta al Vega dopo la vendita degli altri 5 ettari a Condotte Immobiliare che ci ha costruito il Pala Expo. In sostanza, oltre alla porzione del Vega 2 e agli edifici Aurigia e parte del Lybra, già oggetto dei precedenti bandi, saranno messi in vendita anche la torre Hammond restaurata e gli edifici Pegaso e Porta dell’Innovazione (affittati a Ca’ Foscari) che sono di proprietà del Comune che li ha dato in concessione alla società Vega Scarl, della quale è il socio di maggioranza.
La giunta comunale sta preparando una apposita delibera con l’elenco di tutti i beni del Vega alienabili con una unica procedura e un nuovo “piano di valorizzazione” di tutta la fetta del waterfront lagunare a ridosso della Prima «ona industriale di Porto Marghera , dove potrebbe sorgere la nuova stazione marittima per i croceristi e l’area dei Pili dove il sindaco Luigi Brugnaro, che è proprietario dell’area attraverso la società “Porta di Venezia”, sogna di vedere costruito il palasport per la sua Reyer e altri edifici ricettivi.
Proprio per favorire il buon esito dell’ormai prossimo bando, in questi giorni alla grande fiera immobiliare internazionale del Mipin – sulla Croisette di Cannes, in Francia – erano presenti il liquidatore giudiziale, Paolo Marchiori e l’advisor Andrea Solipo.
Alla fiera immobiliare di Cannes non c’era nessuna delegazione ufficiale del Comune di Venezia e nemmeno uno stand espositivo, come è successo in trascorse edizioni, ma c’erano l’advisor e il liquidatore del Vega che hanno spiegato ai più grandi investitori internazionali del “real estate” presenti la grande occasione che si apre per chi decide di investire nella trasformazione e rigenerazione di tutto il waterfront che si affaccia sulla fetta laguna che costeggia il ponte della Libertà e comprende il canale Brentella, il canale Nord e il bacino di evoluzione che porta sul canale Vittorio Emanuele. Canale che, secondo i piani dell’Autorità Portuale, dovrebbe essere scavato per permettere l’arrivo delle navi da crociera di più modesto tonnellaggio fino alla stazione marittima di Santa Marta, senza passare più in bacino di San Marco, mentre le navi più gigantesche – come ipotizzato dal Comitatone nel novembre scorso – potrebbero ormeggiare nella Prima Zona Industriale.
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