Il papà: «Miglioramenti certificati, le infusioni devono partire subito»
VENEZIA. «Ora ci auguriamo che le infusioni possano ripartire quanto prima. La decisione del giudice veneziano è l’ennesima prova che siamo dalla parte della ragione». Giampaolo Carrer, il padre di Celeste, ha accolto con grande soddisfazione la decisione del tribunale, che permetterà alla piccola, che proprio la scorsa settimana ha compiuto 4 anni, di riprendere le cure agli Spedali civili di Brescia, cui spetterà il compito di trovare i medici per praticare le infusioni.
Celeste ne ha già fatte sette, la prima nel 2011 mentre l’ultima risale allo scorso 13 dicembre. «Le infusioni dovrebbero essere fatte ogni tre o quattro mesi», prosegue Carrer «quindi siamo un po’ in ritardo, ma ora mi auguro che nell’arco di qualche giorno possa riprendere la terapia». «Mi meraviglio di tutta questa gente che se la prendono con i giudici perché intervengono in una vicenda come quella che riguarda la cura Stamina e l’infusione di cellule staminali», spiega ancora il papà di Celeste, «ma i giudici rappresentano la giustizia italiana, e si pronunciano dopo aver valutato una serie di documenti, e tra questi le cartelle cliniche che certificano come nostra figlia non solo non ha mai avuto effetti collaterali, ma ha riportato miglioramenti da quando è iniziata la terapia. Non voglio dire che possa funzionare per tutti, ma per Celeste sta funzionando. E non lo diciamo solo noi genitori, che viviamo tutti i giorni con lei, ma anche i medici che periodicamente la visitano».
La piccola Celeste è affetta da Sma (atrofia muscolare spinale), una malattia degenerativa che porta solitamente alla morte nei primi 18 mesi di vita. «Credo che il caso di Celeste sia la prova», aggiunge Carrer, «di come la terapia possa funzionare. Questa è la battaglia di Celeste, ma anche di tutti gli altri malati che aspettano di essere sottoposti alle infusioni». (f.fur.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia