Il palazzo ex Silos per gli uffici Atvo e la sede polstrada

L’azienda trasporti interessata a partecipare all’asta per l’immobile. La valutazione è sui tre milioni di euro
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DON A' DI P. - PROGETTO PORTA NORD (EX PAVAN)
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DON A' DI P. - PROGETTO PORTA NORD (EX PAVAN)
SAN DONÀ. Palazzo ex “Silos” cresce l’interesse e anche Atvo considera l’acquisto. L’immobile realizzato da Pavan Costruzioni, finito in un concordato, oggi viene valutato, alla prossima asta, intorno ai 3 milioni di euro, praticamente le metà del prezzo iniziale. Era stato realizzato come sede del Tribunale, ma, cambiate le maggioranze al governo della città, era stata scelta la costruzione di una nuova sede in via Trento ora chiusa a sua volta nell’ambito delle riforme e tagli della Giustizia. Nei giorni scorsi, il vice sindaco Luigi Trevisiol ha suggerito di trasferire proprio in questo immobile la sede della polizia stradale oggi in via Giorgione e appena venduta ad Autovie dal Comune per 150 mila euro.


La ristrutturazione però non è ancora iniziata e Trevisiol ha riaperto la discussione seppure in modo provocatorio. Ora si viene a sapere che anche il presidente Atvo, Fabio Turchetto, ha messo gli occhi sull’immobile ex Silos, che sarà centrale per la Porta Nord e lo sviluppo urbanistico futuro. Vi insedierebbe parte degli uffici dell’autostazione che sarà spostata, come quella ferroviaria, proprio alla Porta Nord. Ma resterebbe libera una grossa parte dell’immobile che potrebbe anche essere affittata alla stradale. La polizia stradale dunque avrebbe parte dell’immobile per una sede moderna ed efficiente cui potrebbe essere affiancata anche una sede staccata di commissariato per la sicurezza.


Già sono piovuti gli attacchi di Scegli Civica con Anna Maria Babbo e della Lega con Alberto Schibuola per il tardivo interessamento e la confusione generata dalla proposta di Trevisiol. «Immaginiamo che altrettanta sorpresa questa notizia abbia suscitato anche all’interno dell’amministrazione del Comune», dice Dino Casagrande del comitato per la tutela del museo della Bonifica, «ricordiamo che il nostro Comitato aveva chiamato a San Donà i progettisti, gli architetti Bianchi e Zambusi, in una riunione pubblica, a spiegare l’importanza di tenere unito, in un’unica proprietà, il fabbricato del museo, essendo la parte occupata dalla polizia stradale il naturale possibile, futuro ampliamento dello stesso museo, conservandone la destinazione culturale decisa dalla città al momento dell’acquisto, ormai più di 35 anni fa. Cosa abbia spinto il vice sindaco a proporre questo cambiamento di rotta, non lo sappiamo. Certo è che questa soluzione, l’edificio vuoto nell’area dell’ex Silos era prospettata anche nelle proposte e soluzioni alternative, prima che si arrivasse alla vendita, per 150 mila euro, di una parte rilevante dell’edificio di via Giorgione».


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