Il PalaPlip diventa il Meme osteria, agrimercato e foodlab

Il “non luogo” della ex centrale del latte di via San Donà a Carpenedo, dopo anni di gestione a spese del Comune, si prepara al grande passo. Diventa il “Me.Me- colture e culture, un «luogo in cui circolano beni, servizi e competenze che nascono da tutti i protagonisti del territorio». Il bando comunale di assegnazione dello spazio ha visto un unico concorrente, la coop sociale Mestolo di David Marchiori, chef dell’osteria Plip, che mantiene il suo ristorante investendo nello spazio comunale, comprensivo di auditorium e aule al primo piano, inizialmente 400 mila euro con la previsione di arrivare ad un milione in nove anni di affitto. Il canone al Comune è di 50 mila euro l’anno. Centomila euro di interventi interni, saranno scomputati.
Da fine settembre, dopo i lavori al via da metà agosto, l’ex Centrale del Latte di Carpenedo a Mestre cambierà del tutto pelle con cinque spazi in 1.500 metri quadrati. Un progetto, su scala metropolitana, che ruba la scena a progetti comunali che tardano a concretizzarsi, come l’assegnazione ai privati ristoratori dell’ex centro civico di via Poerio.
In via San Donà rimarrà la ristorazione dell’osteria Plip. Ma si affiancano un agrimercato, un laboratorio didattico di cucina e un auditorium che diventa “teatro del cibo” da raccontare coinvolgendo il territorio con eventi, fiere, corsi e tante iniziative. A fianco dell’osteria ecco che arriva l’Agrimercato, aperto dalle 9 alle 20 per fare la spesa, contando su prodotti e offerte di aziende del territorio. E cibi di qualità. Ogni azienda sarà accompagnata da una scheda descrittiva.
Arriverà, spiega Marchiori, che ieri ha presentato il progetto con i soci della cooperativa, il Food Lab: ospiterà corsi di formazione alla persona, corsi di cucina, laboratori degustativi e workshop legati alla cucina intesa come attività di preparazione ma anche di relazione. L’auditorium prende il nome di “MeMe” per ospitare convegni, spettacoli, incontri aperti a tutti per ragionare su cibo, territorio, vecchie e nuove istanze legate al mondo agroalimentare, sociale e ambientale. Viene gestito con un comitato scientifico di esperti legati a Slow Food e al mondo del mangiare bene.
Su 365 giorni d’attività, 100 sono riservati ad iniziative del Comune che qui manterrà il ballo liscio di “Ocio ciò”.
La casetta esterna diventa spazio aperto alle associazioni e a tutte le esperienze che sul territorio promuovono buone pratiche e campagne di sensibilizzazione. Viene messa a disposizione delle associazioni per periodi limitati (15 giorni ciascuno). Il progetto che sta dietro a “Me.Me - colture e culture” è una rete di 17 realtà diverse, tra produttori, enti, fondazioni, cooperative, associazioni. Con tutti si sono firmati protocolli operativi.
«Diamo lavoro a 20 persone e ci impegniamo a investire 10 mila euro l’anno per inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati», spiega Marchiori, «mentre la Coges nei nostri spazi fornirà 600 ore di formazione». Ci sono gli altri attori? Ecco la lista: Agugiaro & Figna Molini, Anffas Mestre;Mestre Mia; Azienda Avicola Il Gallese; BiFarm; Circuito Venetex ; Co.Ge.S. don Lorenzo Milani; Coldiretti; PadAgri; Consorzio Zorzetto; DalVivo srl per gli eventi; Fondazione Groggia; Forno della Riviera; H-Farm; Legambiente Volontariato Veneto; Servizio Integrazione Lavorativa Ulss 3 Serenissima distretto 1 e 2 ; Casa di Anna. —
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