Il PalaExpo in vendita e la crisi di Condotte Il Fondo guarda agli operatori delle fiere

Il padiglione firmato De Lucchi sul mercato, domani la decisione del Consiglio di Stato sui commissari della società romana

PalaExpo in vendita, con l’incognita Condotte. A condurre le trattative del padiglione di via Pacinotti firmato dall’architetto Michele De Lucchi è il fondo Sgr Venice Waterfront della società finanziaria Finint. Già nei mesi scorsi c’era stato l’interessamento da parte di una società operativa nel settore fieristico, ma l’accordo è saltato anche per il non facile confronto tra la Sgr e Condotte, la società che ha costruito il padiglione e che, formalmente, ne è ancora proprietaria, anche se non più titolare della gestione.

La società Condotte d’acqua è infatti in regime di amministrazione straordinaria, guidata da tre commissari straordinari, che sono però traballanti. Una vicenda molto complessa. I tre commissari (Matteo Uggetti, Giovanni Bruno e Alberto Dello Strologo) sono stati nominati dal ministero dello Sviluppo economico nell’estate del 2018, quando a guidarlo c’era Luigi Di Maio.

Ma, lo scorso gennaio, il Tar del Lazio ne ha annullato la nomina dei tre commissari, accogliendo un ricorso presentato dalla commercialista Alessandra De Simone che nell’estate di due anni fa era stata dichiarata dalla commissione di esperti nominata dal ministero non idonea per partecipare all’estrazione a sorte per la nomina dei commissari straordinari.

Un procedimento di nomina che, per il Tar, «risulta affetto da diverse irregolarità». Una tegola per il ministero, e una tegola per Condotte.

I tre commissari sono poi stati salvati, a tempo, dalla richiesta di sospensiva presentata da loro stessi e accettata dal Consiglio di Stato. Una decisione presa per il rischio che possa essere compromessa «in via definitiva la continuità aziendale». Tutti e tre in sella quindi, almeno fino a quando il Consiglio di Stato non si esprimerà nel merito. E proprio domani sono previste la discussione generale e la camera di consiglio per la decisione.

Una sentenza che avrà ripercussioni sull’amministrazione dell’azienda di costruzioni ma anche sulla città, perché Condotte ha affidato alla Sgr non solo il Pala Expo - per il quale continua la ricerca di un acquirente interessato a operare nel settore fieristico - ma anche i terreni adiacenti dove, come ricorda anche la scheda di presentazione del fondo, sono oggetto di una seconda fase di espansione. «Nella seconda fase è prevista la realizzazione di consistenze per un totale di ulteriori 46.000 mq», recita la scheda del Fondo Venice Waterfront, «il progetto prevede la costruzione di consistenze ad uso direzionale, commerciale e alberghiero». Interventi fermi da tempo anche per la crisi di Condotte, ma che potrebbero diventare appetibili sul mercato sopratutto nel caso di trasferimento della stazione marittima per le grandi navi da crociera. —

F.Fur.

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