Il notaio Pasqualis nei guai per la vendita di Valle Ossi

PORTOGRUARO. Il più conosciuto notaio di Portogruaro, Paolo Pasqualis, nei guai è finito per la vicenda di Valle Ossi di Eraclea, quella a causa della quale il veronese Giovanni Montresor, proprietario di 180 ettari che voleva cementificare, è stato indagato per un’evasione fiscale milionaria. I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia gli hanno fatto una visita alcune settimane fa nello studio della centralissima piazza Marinetti e gli hanno sequestrato la documentazione che riguarda la compravendita dei terreni di Valle Ossi. La notizia del coinvolgimento del noto professionista è rimasta segreta fino a ieri, quando davanti al Tribunale del riesame i suoi difensori, gli avvocati Renato Alberini e Andrea Pasqualin, hanno presentato ricorso, chiedendo ai giudici di restituire quelle carte che il pubblico ministero lagunare Paola Tonini vuole utilizzare nella sua indagine, aperta nei confronti del notaio, che è sospettato di aver violato la normativa antiriciclaggio , quella che prescrive alle banche e ai professionisti di segnalare le operazioni con passaggio di cifre consistenti di denaro.
L’affare, in questo caso, era di 65 milioni di euro e riguardava Valle Ossi, una somma piuttosto consistente, una compravendita sottoscritta da una parte dalla società «Essential» con sede in Lussemburgo, che ha venduto, alla «Numeria» che controlla un fondo immobiliare omonimo. Apparentemente amministratore della prima era il marocchino Mohamed Karo, ma i finanzieri hanno poi scoperto che c’era il veronese Montresor, mentre la seconda fa capo agli avvocati trevigiani Bruno Barel e Massimo Malvestio. Stando alle accuse del pm veneziano, il notaio non avrebbe fatto tutto il possibile per appurare a chi apparteneva la società lussemburghese e non avrebbe conservato la documentazione della compravendita, come invece prevede la legge. Accuse contestate dai difensori. Ieri, comunque, i giudici del Tribunale veneziano presieduti da Patrizia Montuori hanno respinto il ricorso.
A Montresor gli investigatori delle «fiamme gialle» sono arrivati grazie alla lista sequestrata all’avvocato Pessina, quella di noti e meno conosciuti imprenditori ed evasori italiani che trasferivano illecitamente capitali nelle banche svizzere. Tra loro c’era anche l’allevatore veronese, il quale pur avendo «spedito» in Svizzera 8 milioni di euro nelle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni aveva denunciato guadagni per quattro euro in un caso e per cinque nell’altro. Non solo, stando alle accuse, si sarebbe dimenticato anch di quei 65 milioni incassati per gli ettari di Valle Ossi.
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