Il nodo tassa di soggiorno «Non cediamo ad Airbnb»

Ma altre città come Bologna, Milano e Firenze hanno già trovato un’intesa
Nonostante in molte città italiane Airbnb abbia stretto accordi per riscuotere la tassa di soggiorno, a Venezia l’amministrazione non sembra cedere a nessuna proposta: «Noi siamo un ente pubblico», dichiara l’assessore al Bilancio Michele Zuin, «e alla nostra potestà impositiva sulle tasse comunali, una delle poche che abbiamo riservataci dalla legge, non ci rinunciamo nemmeno di fronte ai colossi mondiali». Confermata invece la campagna su Venezia, ma per sapere quando partirà bisogna attendere metà gennaio.


Percentuale
. A Bologna, dopo un anno di trattative, si sta sperimentando un nuovo metodo, quello a percentuale. In pratica su ogni prenotazione effettuata su Airbnb, la piattaforma preleva il 5%, superando in questo modo la questione della tassa di soggiorno diversificata per immobili. Se una struttura recettiva è di prestigio, ovviamente l’importo sarà maggiore, viceversa se invece si tratta di una locazione meno di lusso. Il limite è di cinque euro a persona per notte di soggiorno. Tuttavia l’assessore Zuin è perplesso e fa il paragone su quanto si è scatenato a Jesolo, aumentando la tassa di soggiorno da due a quattro euro negli hotel di lusso. «Mi si dovrebbe spiegare come posso introitare un qualcosa che non ha nessun riferimento con la legge sull’imposta di soggiorno, cosa fanno, una donazione?», ribadisce «Parliamo di società che introitano milioni e dicono che non sanno fare un programmino che tenga conto delle diverse tariffe. Noi non siamo schiavi di questi colossi che ci raccontano che non hanno un programma informatico». Più dialogante l’assessora al Turismo Paola Mar: «Il fatto che a Bologna abbiano trovato una nuova modalità», afferma Mar, «significa che avevamo ragione quando dicevamo che non c’era solo una modalità. In ogni caso noi siamo sempre disposti ad ascoltare le nuove proposte».


Italia.
Intanto anche nelle altre città d’Italia si è trovato un accordo. Genova è stata l’apripista lo scorso anno con un euro di tassa di soggiorno. A Firenze dal primo gennaio è partita la collaborazione con Airbnb che riscuoterà tre euro su chi prenota sul portale, puntando su sei milioni e mezzo all’anno. Stessa partenza per Palermo che dal primo gennaio applica 1.50 euro per le prime quattro notti a tutto l’extraalberghiero, incluse le locazioni turistiche. Milano ha firmato la delibera lo scorso dicembre e si è in procinto di partire sempre con tre euro. Torino ha invece proceduto utilizzando un metodo democratico: ha imposto 2.30 euro facendo la media di tutto l’extraalberghiero.


Contenziosi Airbnb
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Lo scorso anno è stato varato un decreto (DL 50), noto come legge Airbnb, che impone a tutte le agenzie immobiliari e le piattaforme come Airbnb di versare all’Agenzia delle Entrate la cedolare secca e di trasmettere entro il prossimo 30 giugno i nominativi. Le agenzie che hanno sede in Italia lo stanno facendo, mentre Airbnb, con sede fiscale in Irlanda, ha fatto ricorso al Tar del Lazio. Il Consiglio di Stato ha detto che la questione è urgente e che al più presto il Tar deve fissare un’udienza. La motivazione del ricorso è che mentre l’agenzia immobiliare agisce per il proprietario dell’immobile che conosce, la piattaforma sta in mezzo tra cliente e proprietario ed è l’unica per adesso interessata. Per questo Airbnb afferma di non voler fare da sostituto d’imposta. Per adesso quindi la situazione rimane così. È ancora da capire se a giugno, come previsto dalla suddetta legge, la piattaforma dovrà inviare alle Agenzie delle Entrate l’elenco di chi ha prenotato su Airbnb, in modo da fare un confronto con la rendicontazione di chi affitta.


Locazioni
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Mar ha anche aggiunto la richiesta che Comune e Regione stanno facendo allo Stato per intervenire sulla questione delle locazioni che non sono ancora realtà definite. L’amministrazione sta spingendo unendosi alla richiesta dei consiglieri Pd della Regione. Il percorso che la Regione sta facendo con Roma per l’autonomia su alcuni ambiti, potrebbe essere l’occasione per risolvere finalmente il vuoto giuridico che c’è tra l’articolo 27bis (14 giugno 2013, n. 11) e quello 53 del Codice del Turismo (23 maggio 2011, n.79). La Regione, a firma di Pigozzo, Zottis, Fracasso, Azzalin, Moretti, Salemi, Sinigaglia, Zanoni e Guarda, chiede più autonomia nella gestione delle locazioni. Nel frattempo però le locazioni sono al centro di un contenzioso con il Comune avviato da Abbav che contesta che debbano pagare come le attività alberghiere la Tari e l’aumento della tassa di soggiorno. Il nodo rimane lo stesso: la locazione non ha ancora una definizione completa nel panorama delle nuove forme di extraalberghiero e quindi è soggetta a più interpretazioni.


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