«Il Museo sarà aperto a tutti il 12 giugno»

Il sovrintendente Vincenzo Tinè presenta il grande spazio espositivo, che però è ancora chiuso. Servono 100 mila euro
Di Giovanni Monforte

QUARTO D’ALTINO. Sulla bellezza del contenitore non ci sono dubbi: ben 1.800 metri quadrati di spazi espositivi con due edifici storici restaurati e tre nuove strutture realizzate, per un investimento totale di oltre sei milioni di euro che hanno visto un co-finanziamento dello Stato, della Regione e il contributo di Arcus. Ma la sfida adesso è dare un contenuto al contenitore. Perché la nuova sede del Museo archeologico nazionale di Altino, inaugurata ieri pomeriggio alla presenza del governatore Zaia, per il momento non sarà ancora aperta al pubblico. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, però, la Soprintendenza regionale per i beni archeologici ha voluto prendere impegni certi: sei mesi per aprire il museo al pubblico, porte aperte il prossimo 12 giugno. «È inutile tornare sul pregresso, adesso quello che ci interessa è cosa faremo di questa stupenda struttura, che non dobbiamo solo riempire di oggetti, ma trasformarla in una grande proposta di valorizzazione di questo territorio», ha detto il soprintendente Vincenzo Tinè,

«Ci siamo impegnati a una serie di scadenze. Entro il 12 febbraio la prima parte dell’allestimento, il piano terra della parte museale, sarà sostanzialmente completato. Per il 12 aprile avremo la seconda parte dell’allestimento e contiamo di rendere funzionale la palazzina dei servizi. Trasferiremo qui il nostro personale e apriremo la biblioteca, l’archivio e l’aula didattica, che saranno luoghi pubblici di fruizione e consultazione. Per il 12 giugno vogliamo arrivare all’apertura al pubblico».

Oltre al duro lavoro dei tecnici, per rispettare la scadenza serviranno all’incirca altri 100 mila euro. Una cifra non impossibile da trovare, mentre è stato calcolato in circa due milioni di euro l’ulteriore investimento necessario per completare tutto il polo museale, che sarà un progetto in divenire per il futuro. A proposito delle tempistiche di realizzazione, a rispondere a muso duro alle polemiche è stato Ugo Soragni, il direttore regionale per i beni culturali del Veneto. Se è vero che di realizzare la nuova sede del Museo archeologico si parla dal 1984, Soragni ha invitato a ricordare come è solo dall’autunno 2009 che la Regione ha preso in mano la partita, con l’accordo di programma sottoscritto con il ministero. «La consegna dei lavori all’impresa è avvenuta nell’ottobre 2011. Sono passati tre anni e due mesi e adesso siamo a festeggiare il completamento dell’intervento, con tanto di collaudo dei locali», ha attaccato Soragni, «Altro che tempi biblici, magari le pubbliche amministrazioni realizzassero le opere sempre con questa efficienza».

Ma le polemiche sui tempi, che hanno avuto anche un’eco nazionale, ieri non hanno certo scalfito la festa di tutti i cittadini di Quarto, accorsi numerosissimi per brindare al nuovo museo. «Siamo consapevoli di quale sia il tesoro che i nostri padri ci hanno lasciato e di cui siamo custodi», ha scandito il sindaco Silvia Conte, «È stato un giorno speciale per la nostra comunità. Adesso speriamo che, anche grazie alla nuova normativa sui beni culturali, la comunità altinate possa essere protagonista per dare vita in questi muri un cantiere di sviluppo sostenibile e valorizzazione per il nostro territorio e patrimonio».

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