Il Museo dell’Opera di Palazzo Ducale riallestito da Pizzi
Il Museo dell’Opera di Palazzo Ducale nelle mani di Pier Luigi Pizzi. La Fondazione Musei Civici ha «ingaggiato» ancora lo scenografo, costumista e registrale teatrale Pier Luigi Pizzi per i suoi allestimenti museali. Pizzi era già stato chiamato dal direttore Gabriella Belli a riallestire e ridisegnare il Museo del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo, da lui interamente ripensato. Il successivo incarico ha invece riguardato Palazzo Ducale.
Pizzi è stato poi chiamato - con un incarico di un anno, retribuito con 15 mila euro - a curare il progetto di rinnovo museografico delle sale della Quarantia Civil Nova, della Civil Vecchia e dell’Armeria di Palazzo Ducale, con le prime, significative modifiche negli allestimenti museali delle sale del museo che gli sono state affidate. Ora, appunto, il nuovo incarico che è invece legato alla valorizzazione e al «restyling» del Museo dell’Opera di Palazzo Ducale (con una consulenza di 13 mila euro). Un incarico che è strettamente legato anche alla mostra “John Ruskin. Le pietre di Venezia”, in programma dal 10 marzo al 10 giugno nell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale e appunto nello stesso Museo dell’Opera.
Il Museo, al piano terra del Ducale è nato in seguito al famoso restauro del 1875, che coinvolse sia le facciate del palazzo che gli antichi capitelli del portico terreno e del loggiato: ben 42 di questi capitelli, particolarmente antichi, preziosi o fragili vennero allora sostituiti da copie. Gli originali, depositati in palazzo, furono in seguito oggetto, durante l’ultimo decennio del ‘900, di un accurato lavoro di restauro, mentre veniva progettato e allestito, al piano terreno, il Museo dell’Opera, destinato a raccogliere queste ed altre importanti vestigia architettoniche del Palazzo. Nella visione di un critico d’arte, scrittore e artista innamorato di Venezia come John Ruskin - l’autore del celeberrimo “Le pietre di Venezia” - Palazzo Ducale gioca un ruolo fondamentale. Ruskin lo esplora da angolazioni diverse, realizzando acquerelli, taccuini, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi, dagherrotipi, e sulla base di tutto ciò elabora anche il tema cruciale de “La natura del gotico”, la sua riscoperta e celebrazione.
Per questo la mostra su di lui e il suo libro e il Museo dell’Opera che conserva molti dei capitelli di cu lo scrittore britannico parlò, sono messi in stretto contatto a a realizzare questo nuovo allestimento funzionale anche alla mostra, penserà appunto Pier Luigi Pizzi. In passato Pizzi era stato anche chiamato da Vittorio Sgarbi, durante il suo breve mandato come soprintendente a Venezia, a curare anche il riallestimento dell’ala storica delle Gallerie dell’Accademia.
Un incarico che però poi non aveva avuto seguito per la conclusione del mandato di Sgarbi. Pizzi, milanese di nascita, vive da circa vent’anni a Venezia, in una casa che è stata anche in passato l’atelier di Tiziano e ha curato numerose scenografie e regie teatrali per il Teatro La Fenice.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia