Il Mose va avanti: oggi primo cassone a Malamocco

È la seconda bocca di porto dopo quella del Lido a vedere realizzati gli alloggiamenti per le paratie mobili. Intanto Fabris scrive a Renzi: "No al commissariamento del Consorzio Venezia Nuova"

VENEZIA. Inizia oggi pomeriggio l'operazione di varo del primo cassone della barriera del Mose alla bocca di porto di Malamocco, la seconda - dopo quella del Lido - a vedere la posa degli alloggiamenti per le barriere mobili. Intorno alle 14.00 - informa il Consorzio Venezia Nuova - il cassone di spalla, in movimento all'interno del cantiere già da ieri, verrà calato in acqua tramite il «syncrolift» e verrà agganciato al mezzo speciale che lo trainerà e lo affonderà nello scavo predisposto lungo il canale di Malamocco. L'operazione è eseguita durante la fase lunare di «quadratura», ovvero di minima escursione di marea («morto d'acqua») e di condizioni meteo ottimali, quando la corrente è quasi nulla. Il cassone calerà alla velocità di 40 centimetri al minuto e raggiungerà il fondo marino dopo una discesa di circa un'ora. Inizia così tutta la fase di installazione dei nove cassoni (sette di alloggiamento e due laterali, di «spalla») previsti per la barriera di Malamocco. Le operazioni necessitano di specifici sistemi di ancoraggio che costituiscono intralcio e pericolo per la navigazione, pertanto sarà necessario interdire temporaneamente il traffico nell'intera area per poche ore, circa tre, a partire dalle 15.00 di oggi, durante il primo lasso di tempo successivo al varo. Dalle 18.00 circa, l'entrata e l'uscita dal Porto di Venezia di tutte le navi che ne hanno chiesto l'autorizzazione avverrà attraverso la conca di navigazione. Le attività di posa in opera dei nove cassoni si svolgeranno tra giugno e novembre, con un calendario legato alle condizioni meteorologiche.

Intanto il Consorzio Venezia Nuova si dice «disponibile a porre in essere tutte le attività necessarie» per portare a termine il Mose, ma ha dato parere negativo all'ipotesi di un commissariamento della struttura. Lo afferma il presidente del Cvn, Mauro Fabris, che ha scritto al premier Matteo Renzi una lettera in questo senso.

«Fin dal primo momento in cui, la scorsa estate, la nuova governance del Consorzio Venezia Nuova si è insediata, producendo la necessaria discontinuità con il passato - afferma Fabris in una nota - ci siamo posti il problema di un profondo rinnovamento, con il nuovo direttivo che ha dato ampio mandato al nuovo direttore Hermes Redi di procedere a una complessiva riorganizzazione del Consorzio».

Fabris ricorda, tra le azioni svolte, il ritiro delle deleghe attribuite ad altri, la separazione dei ruoli di direttore generale e presidente, l'avvio di una due diligence, il rinnovo dell'organismo di Vigilanza, la nomina di nuovi consulenti, il rinnovo dei vertici di alcune partecipate, l'azzeramento delle sponsorizzazioni.

Sottolineando che il sistema di dighe mobili è «ormai all'85% del completamento e quasi del tutto finanziato», Fabris ricorda la recente convocazione a un tavolo di confronto con il Governo presso il Ministero delle Infrastrutture «per discutere quali opportune iniziative intraprendere, come l'eventuale rinnovo della governance e la possibile ulteriore riduzione dei costi finali dell'opera, oltre ad ogni altra attività che si renderà necessaria per mettere a riparo il Mose dalle conseguenze delle inchieste in corso. In questo senso - sottolinea - abbiamo preso impegno di formulare una proposta, che presenteremo nei prossimi giorni».

«In quella sede ministeriale - sottolinea il presidente del Cvn - alla domanda se fosse intenzione del Governo prendere in considerazione l'ipotesi di commissariamento, di cui tra l'altro sarebbe tutta da verificare l'immediata praticabilità, la risposta è stata negativa. Ciò detto - conclude Fabris - ci rimetteremo sempre, e in ogni caso, alle decisioni del Governo».

 

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