Il Mose sbarca a Chioggia pronti altri sei cassoni

Il ministro Lupi (Infrastrutture) ieri in visita al cantiere di Ca’ Roman «Mancano solo 226 milioni di euro, l’opera sarà conclusa a fine 2016»
Di Alberto Vitucci

CHIOGGIA. Dopo il Lido e Malamocco, Chioggia. Entrano nella fase operativa anche nella terza bocca di porto i lavori per la realizzazione del Mose. Folla di autorità ieri a Ca’ Roman per visitare il cantiere e assistere all’inizio delle manovre di allagamento della tura, dove sono stati costruiti sei cassoni di fondazione e due grandi cassoni di spalla. Tra 20 giorni saranno trainati in mezzo al canale e fatti affondare per ospitare poi le paratoie e l’intera barriera. «Quando si realizza un’opera come questa bisogna andarne orgogliosi», dice il ministro Maurizio Lupi, al suo secondo «battesimo» in pochi mesi dopo la presentazione, a metà ottobre, delle prime paratoie a Punta Sabbioni, «un sistema che possiamo esportare nel mondo». Opera completamente finanziata dallo Stato, ha ricordato Lupi, «mancano solo 226 milioni per realizzare le opere complementari richieste dall’Europa. Entro il 31 dicembre 2016 l’opera dovrà essere conclusa. I tempi stabiliti saranno rispettati, mentre dovremo anticipare già alla fine di quest’anno la discussione sul modello di gestione». Concorda il presidente del Consorzio Venezia Nuova Mauro Fabris. Che però avverte: «Per le paratoie ci saranno delle gare, e noi non siamo dei maghi». Il rischio ricorsi nell’unica parte di opere messa a gara, potrebbe portare altri ritardi.

Folla delle grandi occasioni per la presentazione del cantiere chioggiotto. Ci sono meno giornalisti e operatori dell’altra volta. Molti politici, ingegneri, tecnici. Il ministro, i sindaci, il presidente della Regione e gli ingegneri sbarcano sul cantiere di Ca’ Roman poco prima delle 16. Elmetto verde e giacchetta arancione, tutti al cantiere gestito dall’impresa Condotte di Ducio Astaldi. Ermes Redi, da nemmeno un anno direttore del Consorzio, illustra lo «stato di avanzamento» della grande opera. Ecco gli enormi cassoni «di soglia» in calcestruzzo, 60 metri per 40, adagiati sul fondo. Si vede la sagoma della paratoia che dovranno accogliere, ci sono i fori gialli per inserire la cerniera e i i meccanismi idraulici. Il ministro stringe le mani agli operai e ai direttori di cantiere. I subacquei gli spiegano la particolarità di un’opera che funzionerà interamente sott’acqua. I grattacieli di cemento sono allineati in quello che diventerà tra un anno il «porto rifugio» per accogliere i pescherecci in caso di maltempo e di chiusura delle barriere. «Tra qualche giorno», spiega il presidente del Consorzio Mauro Fabris, «i cassoni saranno trainati in bocca di poeto e affondati». Qui saranno uniti alle estremità, ricavando al centro il corridoio per cavi e sistemi tecnologici. Come già al Lido, lato Punta Sabbioni, sarà possibile passare da una parte all’altra della bocca di porto sott’acqua. Fase delicata, in cui l’allineamento tra cassone e cassone dovrà essere quasi perfetto, con la tolleranza massima di un millimetro. «Grande lavoro», commenta il ministro, «dimostrazione che con i fatti si superano le divisioni ideologiche. Se il Mose funzionerà e il baby Mose mette all’asciutto Chioggia qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Siamo passati dalle parole ai fatti».

Il presidente della Regione Luca Zaia sottolinea: «Il Mose è realizzato all’80 per cento, lo Stato ci ha già dato 4 miliardi e 800 milioni. Adesso ne manca uno». Lo corregge il superdirigente del ministero Ercole Incalza: «I soldi per il Mose ci sono tutti, mancano soltanto pco più di 200 milioni di euro». Sorrisi tra Lupi e Zaia. Finché non si parla di autonomia. «Le grandi sfide si superano oggi solo a livello globale. E noi ci vogliamo chiudere? No...»

Polemiche lontane e facce sorridenti. Il sindaco di Chioggia ringrazia, Orsoni ricorda al governo gli impegni per sbloccare i soldi per la manutenzione urbana. Le risorse dello Stato, negli ultimi anni, sono andate quasi tutte alla grande opera. briciole, con grande ritardo per la manutenzione, «grande opera» quotidiana necessaria secondo il Comune in una città che vive sull’acqua.

Intanto si fa il punto sulla grande opera. Per qualche mese la navigazione nella bocca di Chioggia sarà in parte preclusa, come lo è oggi (fino ad aprile) per le navi in bocca di Lido. Nella bocca di Malamocco continua la posa dei cassoni, quasi ultimata la conca di navigazione che dovrebbe consentire l’ingresso alle grandi navi in caso di chiusura delle paratoie per l’acqua alta. Grande opera nata già «piccola», perché al suo interno le navi di ultima generazione non ci passano. Visita «lampo» con una pattuglia di autorità al seguito. Con Zaia l’assessore alle Infrastruuture Renato Chisso e il vicepresidente Zorzato, consiglieri e autorità. Visti da vicino, i cassoni del Mose fanno impressione. «Tra qualche giorno», dicono gli ingegneri, «saranno tutti sott’acqua».

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