Il “Montale” in piazza per le aule

I ragazzi del liceo suddiviso tra quattro sedi: «Fateci studiare». Il sindaco: «Troverò una soluzione»
Di Giovanni Cagnassi
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - IL SINDACO CERESER CON IL PLICO DELLE FIRME RACCOLTE
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - IL SINDACO CERESER CON IL PLICO DELLE FIRME RACCOLTE

In piazza a manifestare per un vero diritto allo studio in una sede scolastica adeguata. Gli studenti del liceo classico Montale hanno consegnato al sindaco di San Donà, Andrea Cereser, la petizione sottoscritta dagli oltre 700 ragazzi della scuola che stanno combattendo da mesi contro la forzata suddivisione degli alunni del classico e linguistico in sedi di fortuna.

«Il Montale non deve morire», si leggeva ieri mattina su manifesti e striscioni davanti al municipio che hanno creato una barriera di protesta davanti al palco. E la situazione del liceo sembra davvero kafkiana: 750 studenti suddivisi in ben quattro sedi diverse, tra quella centrale in viale della Libertà, il centro di formazione professionale in via Pralungo, l'Itis Volterra e una parte dell’istituto per geometri Scarpa. Una condizione ormai inaccettabile per una scuola i cui alunni sono ghettizzati in angoli di altre scuole, spesso con i banchi in corridoi angusti lungo i quali è impossibile seguire una vera lezione.

Chiedono aule, biblioteca e tutto quello di cui una scuola ha bisogno per essere vero luogo di formazione ed educazione dei giovani. Famiglie e docenti erano con loro, ma la soluzione definitiva è ancora lontana. Dopo la manifestazione in piazza, il corteo dei ragazzi ha attraversato le strade del centro scortato dai carabinieri e la polizia locale fino alla cittadella scolastica.

Il sindaco, Andrea Cereser, ha voluto sottoscrivere la petizione. Incalzato dagli studenti, ha cercato di dare le risposte più esaustive. Gli studenti hanno proposto quale sede alternativa addirittura il tribunale chiuso in via Trento. «Ci sarà un incontro con la Provincia a breve», ha detto il primo cittadino al microfono, «assieme cercheremo di individuare una possibile soluzione che comprendiamo essere necessaria al più presto».

Se la competenza è della Provincia, è vero che l'immobile della sede centrale in viale Libertà è comunale. La sola strada percorribile sembra essere quella di utilizzare la sede della Confartigianato, accanto alla quale ci sarebbero gli spazi dell'ex centro benessere ormai chiuso, qualora l'associazione artigiani si spostasse verso la Porta Nord nella futura zona fieristica. Intanto, il primo passo sarà quello di cercare almeno una distribuzione adeguata dei ragazzi senza che siano occupati corridoi o spazi scomodi nelle altre scuole. In attesa della costruzione o individuazione di una nuova sede, bisognerà tentare di ridurre la suddivisione tra i vari istituti cercando di concentrare il più possibile gli studenti, individuando immobili cittadini non utilizzati per ottimizzare le strutture. Il Comune, attraverso il sindaco, ha garantito che se saranno individuati immobili in disuso, potranno essere destinati a ospitare gli studenti e per questo sarà effettuato un monitoraggio.

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