"Il Monco" a Venezia per insegnare l'anima del Ving Tsun

Philipp Bayer, nonostante fosse senza una mano ha vinto decine di combattimenti cinesi clandestini. Ora è una leggenda vivente ed è venuto in laguna per fare conoscere le sue tecniche
Al centro Philipp Bayer con i suoi allievi dei corsi avanzati
Al centro Philipp Bayer con i suoi allievi dei corsi avanzati

VENEZIA. Discendente di una grande famiglia di combattenti da strada dello stile di kung fu cinese "Ving Tsun", leggendaria arte marziale nata 400 anni fa che vanta nella sua storia nomi illustri di maestri come Yip Man, il suo allievo Wong Shun Leung che vinse oltre 60 "beimo" documentati (combattimenti con altri maestri anche non cinesi senza protezioni e senza regole) e lo stesso Bruce Lee, il famoso attore che rivoluzionò il concetto stesso di film marziale. È arrivato venerdì alla scuola "Vtkf asd" di Favaro Veneto per un seminario di tre giorni inserito nella sua tournee italiana, Philipp Bayer, fondatore della "Ving Tsun Association Europe", famoso ormai in tutto il mondo dove ha oltre 60 scuole in altrettante nazioni, anche in Usa e America Latina, per essere fra gli ultimi depositari della grande arte marziale divenuta famosa nel mondo grazie ai tanti film proiettati sul grande schermo.

Il maestro Philipp Bayer con l'istruttore direttore tecnico per l'Italia Manuel Cammozzo
Il maestro Philipp Bayer con l'istruttore direttore tecnico per l'Italia Manuel Cammozzo

Conosciuto a fine anni '80 come "il Monco" nel mondo dei combattimenti clandestini di Hong Kong, Philipp Bayer ora è un ironico signore di 60 anni, ma si muove più rapido, agile e potente di un giovane campione, e soprattutto, gli si legge negli occhi tutta l'esperienza di combattimento accumulata in 35 anni di pratica. Erede della preziosa arte di "parlare con le mani", in cinese Chi Sao, allenamento allo sparring a corta distanza tipico di questo stile della Cina meridionale, oltre che delle temibili tecniche mortali delle tre forme a mani nude, al manichino di legno, e delle forme armate col bastone lungo ed i coltelli a farfalla, Philipp Bayer approdò ad Hong Kong alla scuola di Wong Shun Leung nel 1981 e vi rimase per periodi consecutivi anche di un anno e mezzo fino al 1989. Fino alla morte del suo maestro nel 1997 poi gli rimase vicino assorbendo la tecnica e poi affinando l'abilità fino a padroneggiare lo stile. "In Italia negli ultimi anni sono nate scuole che seguono il mio metodo in molti capoluoghi come Venezia, Milano, Verona, Roma" racconta orgoglioso "e sono contento che molti artisti marziali di altre arti e di altri stili di Ving Tsun stiano confluendo nelle nostre scuole riconoscendo l'efficacia del metodo tramandato dal mio maestro Wong".

D: Come hai iniziato con il Wing Chun e chi fu il tuo primo insegnante?
PB: Ho cominciato in Germania con il metodo di Leung Ting, chiamato Wing Tsun, dopo un breve periodo sono passato a Wong Shun Leung per il suo sistema di Combattimento e per il suo modo di pensare.
D: Come sei arrivato ad incontrare Sifu Wong Shun Leung?
PB: Per caso, il proprietario di un negozio di articoli per arti marziali mi diede il suo indirizzo dicendo “se vuoi imparare il vero Ving Tsun devi trovare questo uomo”
D: Quali sono le caratteristiche peculiari del VT di Wong Shun Leung?
PB: Hai gli obbiettivi chiaramente di fronte ai tuoi occhi… niente misticismo, niente segreti solo duro lavoro, niente giocare al wing chun, solo combattimento.
D: Quali sono i principali concetti dell’arte?
PB: Il condizionamento  al corretto comportamento e al corretto pensiero per combattere, allenare e sviluppare la potenza del pugno, strategia, coordinazione, equilibrio, trovare ed usare le opportunità, tempismo, per trovare il modo più semplice e diretto per risolvere i problemi in un combattimento e altre importanti qualità da combattente necessarie per sopravvivere ad uno scontro.
D: Cha relazione c’è tra Chi Sau e combattimento?
PB: Per allenare e migliorare nel Ving Tsun abbiamo un peculiare e versatile esercizio con il compagno che serve ad allenare e  correggere molte qualità necessarie per combattere…questo esercizio è chiamato Chi Sau. Chi sau è una mutua cooperazione tra partner per scambiarsi vicendevolmente qualcosa , se non c’è cooperazione…non c’è per molto Chi sau,  diventa improduttivo. Il Chi sau è un esercizio molto buono per aiutarti a raggiungere il tuo scopo ed è per questo che vi dedichiamo così tanto tempo e fatica di solito fino al 90% del tempo che dedichiamo all’allenamento, ma è comunque solo un collegamento o un ponte tra le forme e lo sparring, che serve a sviluppare l’idea del Ving Tsun.
D: Qual è la tua opinione sul “cross training” ad esempio Wing Chun e Brazilian Ju Jitsu
PB: Per raggiungere l’efficienza nel combattimento con il Ving Tsun devi allenarti molto duramente, per mantenere questo livello persino più duro… non c’è tempo per implementare altre idee.
D: Quali sono i differenti tipi di footwork usati nel Ving Tsun? Ce li puoi descrivere?
PB: C’è solo un tipo di footwork…tentiamo di tagliare la strada al nemico e di interrompere l’attacco.
D: L’uomo di legno è diviso in 108/114 movimenti. Questi movimenti sono ulteriormente raggruppati in sezioni. Quante sezioni ci sono nelle tecniche all’uomo di legno e ogni sezione ha uno scopo particolare per formare il praticante?
PB: Come il Chi Sau ed altri metodi per allenare il proprio comportamento in uno scontro, usiamo l’uomo di legno. Molte delle sezioni all’uomo di legno allenano la posizione del gomito per l’arma principale del Ving Tsun…il pugno dritto. Ma migliora anche la coordinazione, la sincronizzazione tra movimenti delle gambe e delle braccia e ad usare l’intera struttura del corpo per colpire. Sono anche appresi il footwork appropriato ed il tempismo, sopra le altre cose.
D: Può, per favore, spiegare il concetto dell’usare la struttura del corpo nel Ving Tsun?
PB: Un buon pugno non proviene solo dal braccio, si ha bisogno dell’intero corpo… nel Chi Sau per esempio creiamo la perfetta struttura per usare il corpo nei pugni, quando siamo capaci di scambiare la forza con il partner. La qualità dello scambio è la chiave.
D: Com’è strutturata la tua tipica lezione di Ving Tsun?
PB: I miei studenti cominciano con le forme del Ving Tsun per creare e mantenere l’idea corretta. Poi cominciano ad allenare l’arma principale.
D: Qual è la tua opinione sulle gare di Chi Sau?
PB: Non posso pensare ad una cosa del genere!
D: Qual è la tua opinione sull’allenamento supplementare per il Ving Tsun, ad esempio correre per la resistenza e usare i pesi per la forza.
PB: Nel Ving Tsun impari molto presto a trovare i tuoi punti deboli e cosa devi fare per rettificarli. Correre ad esempio non è male, ma per essere in buone condizioni per combattere, hai bisogno di combattere e fare sparring. Domenica sarà l'ultimo giorno di permanenza veneziana di Philipp Bayer che è già pronto per portare il suo Ving Tsun in tour mondiale.
 

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