Il mistero della bancaria scomparsa: le indagini ripartono da zero
Quattordici giorni di mistero sulla sorte di Lucia Assunta Manca, 52 anni, svanita in pieno giorno nei 100 metri che separano la sua abitazione dalla fermata dell'autobus che doveva prendere per andare al lavoro. Nessuna pista è esclusa

MARCON. Quattordici giorni di nulla. Sono trascorse due settimane esatte da quando Lucia Assunta Manca, 52 anni, è uscita di casa la mattina per andare al lavoro ed è sparita. Con sè i documenti, il telefonino e le carte di credito. Nulla di tutto questo è mai stato utilizzato.
Le ricerche effettuate dai carabinieri sono state inutili. Tutto ora ricomincia da zero. Fin dall'inizio gli investigatori dell'Arma non hanno escluso nessuna pista: dall'allontanamento volontario al rapimento da parte di un maniaco, dal suicidio all'omicidio. Anche se col passare del tempo la pista del suicidio è andata scemando considerato che la donna, uscita da casa a piedi, non può essere andata lontana e quindi il corpo dopo due settimane di ricerche in zona sarebbe stato ritrovato.
Restano, invece, tutte percorribili le altre piste. Un giallo vero per la scomparsa di una donna che per il marito non aveva nessun motivo di uccidersi e per andarsene da casa.
Lucia Assunta Manca, 52 anni, è nata a Martis in provincia di Sassari. Da anni risiede in Veneto. Abita col marito Renzo Dekleva, in via Guardi. Dipendente dell'Antonveneta, fino ad un anno e mezzo fa lavorava nella filiale dell'istituto di credito che si trova a pochi passi da piazza Ferretto a Mestre. Poi era stata trasferita a Treviso e da qui, all'inizio di luglio ritrasferita nella sede di Preganziol della stessa banca.
La mattina del 7 luglio doveva andare a Preganziol, ma non ci è mai arrivata. Quest'ultimo trasferimento non era stato gradito dalla donna. Ma nonostante questo il marito sostiene che lo spostamento non era stato traumatico fino al punto di pensare ad un gesto estremo.
Quella mattina esce presto perché vuole capire il tempo che impiega per raggiungere la fermata e quanto il pullman ci mette per arrivare a Preganziol. L'ultimo a vederla è il marito. La donna sembra essere stata inghiottita dal nulla nei cento metri che separano la sua casa dalla fermata Actv.
Nessuno la vede salire in pullman, nessuno vede se sale su un'auto che l'attende o se viene caricata a forza su un veicolo. Telefonino, carte di credito e bancomat che la donna ha con sè non vengono utilizzati. Non lasciano tracce elettroniche utili per individuare il passaggio di Lucia da qualche parte.
Il sabato successivo la scomparsa si sparge la voce che il cellulare è stato acceso e per un attimo sia agganciato da una cella che corrisponde al centro di Marcon. Ma gli investigatori negano. Dopo due settimane di ricerche non viene trovata traccia della donna e nemmeno del suo cadavere.
È stata ammazzata da qualcuno che la conosceva e che quella mattina è passato a prenderla? Oppure se nè è andata dopo aver preparato la sua fuga assieme a qualcuno? O magari è stata rapita da un maniaco che poi l'ha ammazzata?
Tutte ipotesi plausibili se si considera che la donna aveva tutta la capacità di creare un conto bancario, oltre a quello conosciuto dove attingere i soldi per sparire e non va mai scordata la vicenda di Jole Tassitani, la donna di Castelfranco Veneto, rapita e uccisa da un maniaco che aveva in precedenza conosciuto.
Fino a quando non si trova un corpo il fascicolo in procura rimane aperto per scomparsa. Pm e investigatori hanno deciso di sospendere ogni iniziativa in attesa che qualche cosa accada.
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