«Il mio piano per rilanciare il padiglione»

Ronsisvalle annuncia la presenza di Rampello nel Cda della nuova società. Ma restano i dubbi di Condotte Immobiliare
Di Francesco Furlan
DCIM\105MEDIA
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Sostiene che il progetto è solido, i soldi ci sono e la proposta è sul tavolo di Condotte Immobiliare. Che «ora deve dire se crede nel nostro progetto». Ma le perplessità sulla sua affidabilità restano come dimostra la vicenda Bertone che riportiamo a parte. Negli uffici di Confindustria, sede che ha scelto per uscire pubblicamente allo scoperto, il finanziere Umberto Ronsisvalle prova a scrollarsi di dosso i dubbi che lo hanno investito per l’operazione di succedere nella gestione del PalaExpo (ex Aquae) alla società Expo Venice sulla cui testa è posata la spada di Damocle dello sfratto esecutivo, il prossimo 26 aprile, per il mancato pagamento dell’affitto del padiglione a Condotte che ne è proprietaria attraverso la società di gestione di immobili Venice Waterfront.

L’affitto d’azienda. Rosinsvalle attraverso la società Venezia 4.0 ha firmato un contratto d’affitto di ramo d’azienda e si dice pronto a proseguire l’attività di gestione del padiglione, garantendo anche gran parte degli appuntamenti già programmati, soprattutto quelli dedicati agli imprenditori come la Watec dedicata alla tecnologie dell'acqua, in programma a settembre, e Agritech, sulle tecnologie dell’agricoltura, ad ottobre. Sul piatto Venezia 4.0 ha messo 5 milioni di euro, che porteranno, compreso l’affitto, il pagamento dei debiti e del personale, all’acquisto della società entro 5 anni. Ma per poter continuare Ronsisvalle deve convincere Condotte.

La proposta. «Venerdì abbiamo deciso, anche se non ancora sottoscritto, un aumento del capitale di un milione di euro, per tranches, della società Venezia 4.0, abbiamo proposto a Condotte di acquistare il credito di 650 mila euro, e un nuovo contratto d’affitto del padiglione di 400 mila euro l’anno (Expo Venice ne pagava 600 mila, ndr)», spiega Ronsisvalle, «e abbiamo presentato un progetto che vuole fare di quest’area una sorte di settimo sestiere di Venezia. Siamo anche disposti a comprare il padiglione, per il quale abbiamo offerto 9 milioni di euro, e possiamo ragionare sull’acquisto dei terreni, che potremo fare attraverso un’operazione di emissioni di obbligazioni. Noi ci crediamo e riteniamo di avere le garanzie». Un’area di Marghera ritenuta strategica per il futuro e di cui padiglione rappresenta una chiave d’accesso per una partita immobiliare molto più grande.

Rampello nel Cda. Il finanziere mette sul piatto anche i nomi del futuro consiglio d’amministrazione, a tre, di Venezia 4.0. Sarà formalizzato a giorni - assicura - e sarà composto, oltre che da Ronsisvalle, dal commercialista Michele Cardillo e dall’organizzatore di eventi e direttore artistico Davide Rampello che, interpellato al telefono, conferma: «Ci sarò». Expo Venice, in questa gestione di transizione dell’affitto d’azienda, sarà guidata da un amministratore unico, per snellire i rapporti. Nell’ambito di Venezia 4.0 ci sarà un ruolo anche per Giuseppe Mattiazzo - ieri c’era anche lui alla presentazione - anche se non sarà un ruolo operativo.

Ma che succede ora? La palla passa a Condotte, che dovrà decidere se fidarsi di Ronsisvalle o cercare nuovi clienti per la gestione del padiglione ex Aquae, soluzione quest’ultima che però molto probabilmente manderebbe all’aria gli appuntamenti già organizzati per i prossimi mesi dato che nuovi soggetti potrebbero avere obiettivi diversi. I dubbi di Condotte sono riconducibili anche alle disavventure degli anni scorsi avute da Ronsisvalle come gli arretrati di spese condominiale per 80 mila euro o la messa all’asta di un castello in Francia. Disavventure che il finanziere riconduce, stando alla sua versione, al pignoramento dei beni a causa del fallimento della banca islandese, beni che di cui l’imprenditore padovano - spiega - sarebbe rientrato in possesso dopo una sentenza del 2013.

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