Il ministro: "Tassa di soggiorno, norme da rivedere"

Dario Franceschini: superata la classificazione delle stelle, più equo e trasparente pagare in percentuale al costo della camera
Intepress/M.Tagliapietra Venezia 26.03.2016.- Turismo Pasquale. Rialto.
Intepress/M.Tagliapietra Venezia 26.03.2016.- Turismo Pasquale. Rialto.

VENEZIA. «È urgente una revisione della tassa di soggiorno che deve uscire dal riferimento alle stelle degli alberghi, che sono un sistema datato e superato. Ormai valgono molto di più i giudizi dei clienti sul web. Bisogna prevedere che sia una percentuale del costo della camera, questo garantisce maggiore equità e trasparenza e uguaglianza tra le regioni». È l’annuncio che ha fatto mercoledì 11 il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini a Roma, nel corso della presentazione del rapporto su Airbnb Italia, la community per l’affitto di alloggi a fini turistici da parte di privati. Secondo Franceschini, la tassa di soggiorno va pagata con il conto della camera e non separatamente in un secondo momento, come avviene adesso.

«È una cosa, questa, capitata anche a me e che confonde il turista», dice. E il ministro ha anche sottolineato: «Non c’è nessun contrasto terribile o alternativa tra il sistema alberghiero tradizionale e Airbnb. Possono assolutamente convivere, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui i numeri del turismo crescono e cresceranno. Airbnb aiuta a moltiplicare le mete di attrazione e ad accogliere i turisti anche nei centri minori e nelle periferie e permette ai turisti di vivere una vacanza veramente “all’italiana”, che è uno dei motivi principali per cui gli stranieri ci cercano».

Franceschini ha anche annunciato l’intenzione di aprire un tavolo con le istituzioni locali per affrontare la questione della modifica dell’imposta di soggiorno, ma anche per regolamentare in modo chiaro il settore dei bed & breakfast. Accoglienza più che positiva alle intenzioni annunciate dal ministro sulla modifica dell’imposta di soggiorno, non più legata al numero delle stelle degli hotel, da parte del Comune di Venezia, a cominciare dall’assessore al Bilancio e Tributi Michele Zuin, che dell’imposta si occupa direttamente.

«Con noi Franceschini sfonda una porta aperta», commenta Zuin, «perché siamo assolutamente favorevoli a modificare il sistema di pagamento dell’imposta di soggiorno non legandola più al numero delle stelle degli alberghi, ma a una percentuale del costo effettivo delle stanze per i clienti. Se n’è parlato in questi giorni anche con il sindaco di Firenze Dario Nardella, in visita a Venezia, insieme al sindaco Luigi Brugnaro. D’accordo anche sul fatto che l’imposta si paghi subito e non alla fine. C’è molto lavoro da fare ancora sull’imposta di soggiorno, a cominciare da un regime di sanzioni più efficace nei confronti degli evasori. Lo abbiamo già per tutte le imposte comunali ma non per questa, per la quale si prevede semplicemente una multa da 50 a 200 euro per chi evade».

Zuin respinge al mittente inoltre l’accusa che il Comune non utilizzi i proventi dell’imposta di soggiorno per i servizi turistici, ma per altre spese. «Non è così», spiega, «lo aveva dovuto fare il commissario Zappalorto, chiedendo una deroga per 7,2 milioni, per chiudere il bilancio, ma noi li abbiamo restituiti al turismo».

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