Il ministero vuole riavere i soldi spesi per il fallimento Vinyls
PORTO MARGHERA. «Attenzione: il ministero dell’Ambiente ha già incaricato una azione di rivalsa che ha impegnato la Prefettura di Venezia assieme alla Corte dei Conti.
Rivalsa che sarà presentata dalla Regione Veneto nei confronti del fallimento Vinyls per il ristorno di quanto è stato speso finora per la messa in sicurezza ambientale».
Natalino Manno, capo di gabinetto del prefetto, annuncia che non saranno, come tutti temevano, Stato ed enti locali ad accollarsi la doverosa messa in sicurezza degli impianti Vinyls, in procedura di fallimento. L’ultimo atto è ancora da scrivere.
E Regione, Comune, Prefettura e Ministero si attendono un ristorno che il curatore fallimentale, il commercialista Mauro Pizzigati, ritiene realisticamente possibile.
Tanto che spiega, con la sua grande conoscenza della materia: «Ci sono le procedure di recupero di crediti e di revocatoria di crediti che sono stati pagati prima dell’istanza di fallimento. Somme restituite visto che altri creditori non sono stati pagati. E ci sono vendite di immobili che possono portare a recuperare tra i 9 e i 10 milioni di euro», ci spiega Pizzigati che parla almeno di tre manifestazioni di interesse di aziende che si sono fatte avanti per l’acquisto.
L’azione di rivalsa è una delle novità emerse ieri nell’incontro organizzato per fare il punto su quattro anni di lavoro e 4,4 milioni di euro spesi per la messa in sicurezza della Vinyls di Porto Marghera, in via della Chimica. Azienda che è stata uno dei simboli del drammatico tracollo di Porto Marghera.
«Qualcosa si muove», si sente di dire l’assessore comunale Simone Venturini che, come Pizzigati, evita facili entusiasmi.
«In questi quattro anni di lavoro si è fatto il massimo, nessun incidente rilevante si è verificato ma non è possibile cantare vittoria visto l’epilogo della vicenda Vinyls con 250 dipendenti rimasti senza lavoro che significa 250 famiglie senza soldi. Permane un sentimento di soddisfazione ma anche di disperazione per l’epilogo di questa vicenda e quindi è importante spingere per un nuovo interesse degli investitori a Porto Marghera. Ora c’è l’interesse del governo e del Porto. Ci sono segnali incoraggianti come la riapertura a novembre della Pilkington con 200 nuovi posti di lavoro. Quindi prendiamo questo lavoro come propedeutico ad una fase di rilancio, un esempio positivo da seguire», dicono tutti. (m.ch.)
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