Il miglior film è quello di Mahaffy

Il giovane Corbet sigla una doppietta con il suo “Leader”

Con un colpo di coda, il premio come miglior film della sezione Orizzonti arriva all’ultima proiezione dell’ultimo giorno del concorso. Si tratta di “Free in deed” di Jake Mahaffy: «Come può un uomo uccidere un bambino credendo di aiutarlo? Questa era la domanda che aveva sconvolto una piccola comunità dopo la notizia di una guarigione religiosa andata male», con queste parole il regista spiega l’idea che lo ha portato a scrivere e dirigere un film drammaticamente avvincente e toccante.

Il racconto ci porta dentro al mondo delle chiese di fortuna, ricavate in spazi dismessi, dove trovano spazio il dolore umano, la fede e tutte le contraddizioni e i misteri legati ad essa. Anche il film vincitore del Leone del Futuro, il premio intitolato a Luigi De Laurentiis per la miglior opera prima, arriva dalla sezione Orizzonti: è “The Childhood of a Leader” del regista americano Brady Corbet, 27 anni, che vince anche come miglior regista della sezione. Il suo primo pensiero è per la moglie e cosceneggiatrice Mona Fastvold; racconta commosso di come solo pochi mesi fa si sentissero sull’orlo della rovina, perché in questo film ci credevano ma i soldi erano quello che erano. Con il premio arrivano anche 100 mila dollari, da dividere tra produttore e regista. Sufficiente, dice Antonio Albanese che consegna il premio, per concedere tempo al pensiero, alla scrittura, a un nuovo film. Al cinema. Completano il palmares della sezione: miglior cortometraggio “Belladonna” di Dubravka Turi„, miglior interprete l’attore (ma pescatore nella vita) Dominique Leborne per “Tempête” e il premio speciale della giuria “Boi Neon” di Gabriel Mascaro.

Alberto Fassina

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