Il Livenza scende, ma rimane lo stato di allerta

Il sindaco di San Stino: «Fronte unico per compiere gli interventi necessari»
Il Livenza quasi all’altezza della strada. Da ieri sta scendendo
Il Livenza quasi all’altezza della strada. Da ieri sta scendendo
SAN STINO.
A San Stino non è del tutto rientrata l'emergenza, anche se le acque del fiume Livenza stanno scendendo al ritmo di 6/10 cm l'ora.


Alle 14 di ieri pomeriggio l'idrometro segnava ancora metri 5,40 quindi l'attenzione è ancora alta ed almeno per altre dodici ore volontari della protezione Civile, Vigili del Fuoco e Polizia Provinciale procederanno nel monitoraggio degli argini per i territori di loro competenza, almeno fino a quando l'idrometro non si attesterà su metri 4/4,50.


L'emergenza in corso non è ancora terminata e già se ne preannuncia un'altra per le piogge abbondanti previste a partire da domenica. L'assessore comunale di San Stino Giuseppe Ostan, responsabile del distretto della Protezione Civile, si è ritenuto più che soddisfatto di come abbia funzionato la macchina dei soccorsi, ma punta il dito su una situazione che deve sollecitare i vertici della Regione e l'Autorità di Bacino, a riflettere su quanto doveva essere già stato realizzato ed è invece rimasto tutto sulla carta.


«Il nostro Comune ha oltre venti chilometri di argini, alcune zone hanno urgente necessità di intervento, c'è bisogno di diaframmi in cemento od in ferro per evitare fontanazzi che ci hanno lasciato con il fiato sospeso per tutta la notte, per non parlare poi della ricalibratura del fiume che dopo questo evento si rende più che necessaria - evidenzia l'assessore Ostan - bisogna risalire con l'operazione almeno fino a Tremeacque, alla confluenza con il fiume Monticano».


Ed è proprio grazie alla ricalibratura dell'alveo effettuata dal Genio Civile a valle, da San Pietro fino alla foce, se il Livenza non è fuoriuscito, contribuendo così a salvare Motta dall'inondazione. Infatti da La Salute e fino a Caorle non ci sono stati problemi, l'acqua è appena entrata in golena e la maggiore capacità dell'alveo ha favorito il veloce defluire delle acque. «Secondo gli specialisti avremo precipitazioni sempre più violente ed abbondanti sul nostro territorio - dice il sindaco Luigino Moro - che non è solo bonifica, ma vi insistono paesi e città che meritano un'adeguata considerazione. Spero che - prosegue Moro - tutti i sindaci siano d'accordo nel fare fronte unico, visto che l'acqua non rispetta nessun colore politico».


E prosegue: «Non si può intervenire solo sulle emergenze, quindi sarebbe auspicabile, e qui misureremo il governatore Zaia, affinchè il denaro necessario per il ponte sullo stretto di Messina venga usato per mettere in sicurezza almeno in parte, il territorio italiano, veneto compreso». E ritorna attuale il progetto di trattenere, nella parte alta del Bacino Imbrifero della Livenza, forte dei suoi 2231 Kmq, almeno 80 milioni di metri cubi delle acque del fiume Meduna, progetto approvato all'unanimità dal Comitato Istituzionale, nell'agosto del 2002, adottato nel 2003 con la semplice perimetrazione delle zone a rischio idrogeologico ed il vincolo delle aree fluviali.


Il resto è in attesa e forse questa situazione funzionerà da propellente.

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