Il libro di Vedovato su lotte e tragedie a Porto Marghera

Dall'uccisione di Taliercio, Gori e Albanese ai comizi sindacali 

MARGHERA. «Rivoluzionari» e allo stesso tempo «contraddittori», pieni di lotte e conquiste di nuovi diritti per i lavoratori ma anche di risvolti tragici, come l’inquinamento della laguna, le “morti bianche” di decine di operai uccisi dal cloruro di vinile monomero o dall’amianto e l’uccisione di due dirigenti del Petrolchimico (Taliercio e Gori) e il capo della Sezione Antiterrorismo della Polizia, Albanese.



I cento anni di storia della zona industriale di Porto Marghera raccontano anche la storia di decine di migliaia di operai, passati dal lavoro nei campi alle moderne fabbriche chimiche e siderurgiche e delle loro lotte sindacali. Ieri Giuseppe Vedovato - ricercatore delle Fondazioni Giulio Pastore di Roma e Corazzin di Venezia, già autore di vari libri che raccontano la storia della Cisl veneziana - ha presentato al convegno la sua ultima pubblicazione dal titolo: “L’impegno sindacale della Cisl a Porto Marghera: 1917-2017”.

«La ricostruzione storica di ciò che è accaduto a Porto Marghera in questi cento anni», ha spiegato, «non ci dice che cosa fare per il futuro, ma può essere utile per evitare di ripetere gli stessi errori del passato. A patto che chi si occupa di essa sottoponga al vaglio critico ogni chiave di lettura aprioristica della realtà, in particolare a quella produttivistica, socialmente e ambientalmente indifferente, del grande capitale d’inizio secolo ma anche a quelle operaistiche della seconda metà del Novecento, che hanno fatto di Marghera il laboratorio privilegiato della loro pericolosa e distruttiva illusorietà».

Per Vedovato, infatti, «è un errore trattare il presente e progettare il futuro come se la storia non contasse nulla; in particolare, è velleitario parlare di partecipazione se non si sono fatti i conti fino in fondo, con il rigore e l’onestà intellettuale necessari, con il proprio passato: e ciò vale non solo per la Cisl ma anche (anzi, si può ben dire soprattutto) per le altre organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, oltre che, naturalmente, per la classe politica locale, regionale e nazionale».

Vedovato, con questa ultima pubblicazione e le precedenti ha ricostruito e analizzato le lotte sindacali a Venezia, da primi scioperi per il salario e i diritti sindacali, ai tentativi di invertire la tendenza e realizzare un nuovo sviluppo dell’area che fosse anche “ecocompatibile”, ma anche la contrattazione sindacale, le politiche industriali e ambientali, fino ad arrivare ai nostri giorni, quando l’occupazione è passata dai 29 mila addetti del 1980 ai circa 13 mila attuali.

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